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Siracusa: una città al plurale

di Marco Monterosso
siracusa

I “Pluralia tantum” erano in latino quelle parole che indicavano un sostantivo avente solo forma plurale, queste eccezioni sono poi passate anche alla lingua italiana, ad esempio la parola “nozze” non ha un singolare.

Per i latini anche Siracusa andava coniugata esclusivamente al plurale (Syracusae, Syracusarum) e
ciò derivava dall’assetto della città che in età greco-ellenistica, strutturata in cinque parti, costituiva unapentapoli (Πεντάπολις).
Siracusa era dunque in antichità una “città plurale” strutturatasi in forma policentrica ed in cui ogni area assolveva ad una specifica funzione pubblica: istituzionale, rappresentativa, abitativa o semplicemente difensiva.

L’attuale configurazione “urbana” della città, dopo un lunghissimo declino in cui Siracusa era
sostanzialmente circoscritta alla sola isola di Ortigia, si delinea a partire dalla fine del XIX secolo quando la città gode, per almeno un secolo, di una buona congiuntura economica e demografica.
Attraverso forme di pianificazione urbanistica più o meno lungimiranti si irradiarono cosi da Ortigia, verso l’entroterra, nuovi quartieri che in realtà non fecero altro che rioccupare i luoghi della vecchia pentapoli.

Le necessità abitative di una popolazione in progressiva crescita lungo tutto il Novecento, portò poi la città ad assumere l’assetto attuale, con la dilatazione dell’abitato fin quasi al confine Nord del territorio comunale.

Ma esiste ancora una dimensione policentrica della nostra città ? Dal punto di vista territoriale certamente sì ! Belvedere, abitata stabilmente già nella prima metà del ‘600, e Cassibile che si costituisce in comunità stabile a metà Ottocento, attorno al suo marchesato, rappresentano in maniera evidente realtà demografiche importanti ma anche chiaramente “distinte dalla citta”.

Da almeno un sessantennio poi la formazione di diversi agglomerati extra-urbani è sembrata inarrestabile.
Basti pensare ai luoghi di villeggiatura lungo la costa meridionale: Arenella, Carrozzieri, Fanusa, Fontane Bianche, Isola, Milocca, Ognina, Plemmirio e Terrauzza che oggi accentuano sempre più il loro carattere residenziale. Nell’entroterra invece, rispondono alla ricerca di luoghi più “tranquilli”, e forse anche meno soggetti alle stringenti norme edilizie: Canalicchio, Rigiliffi (Tivoli), Sinerchia e il Villaggio Santa Lucia.

Siracusa: una città al plurale

Dunque almeno da questo punto di vista Siracusa appare una città che, ancora oggi, diffonde dal centro cittadino le sue propaggini verso la costa e l’interno.

Diversa invece la percezione che di questo policentrismo cittadino sembrano avere le istituzioni che, di fatto, non riescono a garantire “in periferia” servizi all’altezza di standard dignitosi. In un territorio comunale esteso circa 208 kmq gli investimenti al di fuori della città sono di fatto irrisori cosi come risulta aleatoria, se non praticamente assente, la pianificazione di opere pubbliche che appaiono indispensabili.

Carenze di organico e risorse finanziarie sono i motivi comunemente addotti per queste inefficienze e probabilmente sarà anche vero, ma senza una reale consapevolezza degli amministratori pubblici della vocazione plurale del nostro territorio comunale, sarà difficile porvi rimedio.

di Marco Monterosso

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