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utilizzato in pochi Centri in Sicilia

Sindrome di Guillan-Barrè: trattamento innovativo nel reparto di Rianimazione di Lentini

trattamento

Salvata una giovane donna che ha recuperato le capacità motorie e respiratorie e il ritorno allo stato di coscienza

Trattamento terapeutico altamente specializzato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lentini per trattare pazienti affetti dalla sindrome di Guillan-Barrè.

Questo ha consentito di salvare una donna, giunta in Pronto Soccorso con gravi deficit neurologici ed in gravissime
condizioni generali, di recuperare le capacità motorie e respiratorie e il ritorno allo stato di coscienza.

Ad illustrare il caso è il direttore del reparto di Rianimazione Salvatore Tiné: “Per la donna una scelta vincente e innovativa è stata l’esecuzione di cicli di Reoferesi a doppia filtrazione con filtri specializzati nella rimozione di complessi immuni che sono alla base della malattia.

Tale metodica, utilizzata in pochi Centri in Sicilia – spiega Tiné – si pone come valida alternativa alla più utilizzata Plasmaferesi, con il vantaggio di non utilizzare Plasma ed emoderivati, e un teorico minor rischio di complicanze, a fronte di risultati terapeutici sovrapponibili a lungo termine.

L’intervento, in circa sei mesi di ricovero della giovane donna e la successiva riabilitazione eseguita in un centro di neuro riabilitazione in Sicilia, dove la stessa è stata trasferita – aggiunge – ha determinato il totale recupero della capacità respiratoria autonoma, della fonazione e della mobilità degli arti senza deficit cognitivi.

Il successo dei trattamenti – conclude Tinè – è frutto dell’impegno e della professionalità del reparto di Rianimazione e Anestesia dell’ospedale di Lentini e della sua equipe, della responsabile della Rianimazione Laura Condorelli e di tutti i dirigenti anestesisti rianimatori e da tutto il personale infermieristico ed ausiliario del reparto.

Un ringraziamento speciale alla dirigente neurologo TeresaTrubia, che ha supportato costantemente e sapientemente l’equipe e di tutti i colleghi specialisti radiologi e infettivologi che hanno contribuito al successo terapeutico con il recupero alla vita della paziente”.

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