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Rete idrica colabrodo a Siracusa, Baio: “Ecco perché abbiamo perso il 30 milioni del Pnrr”

Rete idrica colabrodo a Siracusa, Baio: "Ecco perché abbiamo perso il 30 milioni del Pnrr"

Manca ancora il soggetto gestore e nessun altro poteva presentare i progetti per ottenere i finanziamenti

Sull’emergenza idrica a Siracusa a causa unna rete colabrodo registriamo l’intervento di Salvo Baio:

“Le interruzioni dell’erogazione idrica si fanno sempre più frequenti e con l’avvicinarsi dell’estate l’aumento di consumo di acqua metterà a dura prova la tenuta delle condutture e dei serbatoi.

Le cause sono note: la nostra rete idrica è vetusta, la sua posa in opera risale più o meno agli anni Settanta. Il tempo l’ha ridotta, come si usa dire, ad un colabrodo, tanto che oltre il sessanta per cento dell’acqua in circolo si disperde.

Da decenni la politica va dicendo che la sostituzione della rete idrica e l’introduzione di criteri moderni nel sistema erogativo sono una assoluta priorità, ma nessuno degli amministratori che si sono succeduti negli ultimi decenni ha affrontato organicamente il problema.

L’inerzia ha trovato una giustificazione nella mancanza delle risorse economiche occorrenti per rifare la rete idrica da cima a fondo.

Inaspettatamente però i soldi sono arrivati dalla “lotteria” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

L’importo calcolato per realizzare un nuovo sistema idrico e fognario, per potenziare la depurazione, per rendere potabile l’acqua ammonta a poco più di trenta milioni.

Per ottenerli, il soggetto gestore del servizio idrico avrebbe dovuto presentare al ministero competente i relativi progetti. Ma qui casca l’asino della politica parolaia e inconcludente.

Chi è il soggetto gestore? La risposta è: nessuno. Spiego il perché. L’assemblea territoriale idrica (Ati) della provincia di Siracusa ha infatti scelto come forma di gestione quella “interamente pubblica”, il che comporta l’approvazione nel medesimo testo dello statuto da parte di tutti i consigli comunali della provincia per la costituzione dell’azienda speciale consortile quale soggetto gestore del servizio idrico integrato.

Ma, come Godot, bisogna aspettare che essa sia costituita. In questa situazione, mancando il soggetto gestore, nessun altro poteva presentare i progetti per ottenere i finanziamenti, i famosi 30 milioni.

Si è fatta avanti la Siam, che ha elaborato i progetti al posto dell’inesistente gestore del servizio idrico dell’Ati. Ma il tentativo, tanto generoso quanto velleitario, non poteva andare a buon fine, perché in contrasto con le procedure del Pnrr le quali prevedono che a presentare i progetti debba essere l’ente gestore, che, come detto, non c’è.

Alla ministra Mara Carfagna pertanto non restava che dichiararli inammissibili.

Questi i motivi per cui abbiamo perso il treno dei finanziamenti del Pnrr, treno che difficilmente passerà una seconda volta, aspettando i tempi biblici della politica siracusana.

Ma torniamo all’azienda speciale consortile. Si tratta di un ente strumentale dell’Ati preposto alla gestione del servizio idrico integrato e alla attuazione delle opere previste in quel librone che è il Piano d’ambito.
Avrà un’assemblea formata dai rappresentanti dei comuni, un presidente, un consiglio di amministrazione, un direttore generale, tutti nominati dall’Ati, cioè dalla politica.
Insomma, un appetitoso carrozzone del sottogoverno, che farà gola a molti. Ma anche una scatola vuota che per molto tempo non sarà in grado di operare.
In questo quadro, resta incerto il posto di lavoro dei 94 dipendenti della Siam e delle altre gestioni private.
Infatti il loro passaggio all’azienda speciale consortile potrà avvenire solo se sarà approvata un’apposita legge regionale che lo renda possibile, ma non se ne sta occupando nessuno”.

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