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Pd e candidati per le regionali, Baio: “Gli organismi di partito relegati all’umiliante ruolo di passacarte”

Pd e candidati per le regionali, Baio: "Gli organismi di partito relegati all'umiliante ruolo di passacarte"

Invito alle dimissioni rivolto ad Amenta e agli altri componenti del comitato di coordinamento

Le candidature del Pd per le prossime elezioni regionali del 25 settembre sono ancora in alto mare.

Ma ciò che più preoccupa Salvo Baio, esponente storico del partito, è la mancata presa in considerazione delle indicazioni del territorio, letteralmente bypassato e la negazione di qualsiasi potere decisionale.agli organismi di partito:

“Apprendo che Paolo Amenta sarà candidato nel collegio uninominale e gli faccio i migliori auguri.

Ma mi domando se nella scelta dei candidati del Pd che dovrebbero rappresentare il nostro territorio, il partito abbia avuto un ruolo o sia stato ignorato.

Domanda retorica, perchè la risposta è nota: nessun organismo del Partito “democratico” è stato consultato nè tantomeno coinvolto nelle decisioni sulle candidature.

Di più, chi aveva il compito, a livello regionale e nazionale, di coordinare le candidature, per prima cosa ha pensato alla propria candidatura.

Così funziona oggi il Pd. Un tempo si consultava la base per ascoltarne gli orientamenti e le preferenze, oggi non sappiamo neanche chi sia la base.

Un tempo le scelte venivano discusse negli organismi di partito, anche quando si trattava di dirigenti nazionali.

Oggi gli organismi del Pd sono in disfacimento, non contano nulla e non vengono neanche convocati perchè privati del benchè minimo potere decisionale.

Passi per le candidature per le Politiche, visto che sono state già impacchettate, ma sulla lista per le Regionali, che è su base provinciale, avremo la possibilità di esprimere un’opinione oppure come dice Paolo Amenta “la direzione potrà solo prendere atto del lavoro svolto dal comitato (palermitano Nds) e trasmettere a sua volta l’elenco nominativo dei candidati a Palermo”?

Tutto mi sarei aspettato tranne che il partito che si chiama democratico venisse relegato all’umiliante ruolo di passacarte o passaliste.

Io al posto di Amenta tirerei fuori gli occhi della tigre, ma se non è capace di farlo credo che le sue dimissioni e quelle degli altri cinque che compongono il comitato di coordinamento sarebbero un gesto onorevole.

Il Pd così non può andare avanti”.

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