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domenica 12 marzo

Esposizione di Santa Lucia per ricordare le vittime della pandemia

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A consegnare le chiavi al maestro di cappella Alessandro Zanghì sono stati medici, inferimieri e altri operatori sanitari

E’ stata dedicata alle vittime del covid l’esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia del 12 marzo.

A consegnare le chiavi al maestro di cappella Alessandro Zanghì sono stati Antonina Franco, primario del reparto Malattie infettive all’ospedale Umberto I; Danila Cilio, medico pronto soccorso; Giuseppe Principato, medico pronto soccorso; Emanuele Veneziano, infermiere caposala pneumologia; Norma Bronzi, operatore ambulanze 118; Massimo Pantano, operatore ambulanze; Pietro Veneziano, operatore antincendio; Danilo Carbonaro, operatore oss.

“Ogni volta che questa città ha bisogno di Santa Lucia – ha detto l’avv. Pucci Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia – la patrona risponde sempre.

La prossima festa di maggio ricorda proprio questo: un grande miracolo nei confronti dei siracusani. La richiesta della popolazione che soffriva di fame e la risposta di Lucia.

E’ questo il senso di questa apertura. Un ringraziamento a medici, infermieri, personale sanitario, a chi si è impegnato in prima persona senza risparmiarsi.

E ricordiamo tutti coloro che non ci sono più: sono tanti, forse troppi. In questo momento loro sono accanto a noi”.

La prima messa è stata presieduta da don Gianluca Belfiore, vice parroco della Cattedrale. La messa successiva è stata presieduta da fra Gabriele Falzone Ofm, cappellano dell’ospedale Umberto I di Siracusa.

Infine l’ultima celebrazione eucaristica da mons. Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa: “Siamo radunati per ringraziare e continuare a chiedere grazie all’intercessione di Santa Lucia per la fine della pandemia e al contempo per invocare la pace per le famiglie, per il mondo, per la salute di tutti e per il benessere del nostro popolo.

Il mio invito è donarci a Dio per ricevere il suo dono, lo Spirito Santo, e la presenza di Gesù che ci parla; abbandonarci a Dio nella sincerità della coscienza e nella verità di aggiustare le cose nella nostra vita”.

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