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Disarticolata “impresa familiare” dedita allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana ad Avola: 9 misure cautelari VIDEO

A capo dell’organizzazione una 34enne che si avvaleva della collaborazione dei familieri per portare avanti l’attività illecita

Smantellata dagli agenti del Commissariato di Avola la piazza di spaccio di via Miramare. L’operazione  denominata“Mater Familias” segue l’Operazione “Gemini”,  eseguita a marzo scorso.

La scorsa notte, al termine di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica
di Siracusa e, per quanto di competenza, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, 50 agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione, alla misura della custodia cautelare in carcere per 7 persone (di cui un minorenne), al collocamento in comunità per una minore e ad un divieto di dimora ad Avola.

Tutti risultano indagati per “Produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope” aggravato, per avere, in concorso tra loro, organizzato lattività di approvvigionamento, suddivisione in dosi e spaccio di cocaina, hashish e marjuana.

Al vertice di questa organizzazione, una donna di 34 anni, che si serviva del contributo materiale e morale degli altri familiari: questi si occupavano dello spaccio al minuto dalle prime ore del mattino fino a notte inoltrata, arrivando ad effettuare più di 180 cessioni giornaliere con conseguenti ingenti profitti economici, pari a diverse migliaia di euro al giorno.
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La donna si sarebbe occupata in prima persona delle cessioni, del trasporto, dell’occultamento e del rifornimento dello stupefacente.

Curava il rapporto con i fornitori, la gestione finanziaria prodromica all’acquisto delle partite di stupefacenti, la retribuzione dei propri collaboratori, il recupero dei crediti concessi agli assuntori, il monitoraggio dello stupefacente residuo ed il fabbisogno quotidiano della piazza di spaccio.

Inoltre si servuva anche della collaborazione dei figli minorenni.

Quando “la titolare” risultava assente,era il giovane genero a sostituirla, ma per ogni operazione doveva essere sempre preventivamente autorizzato dalla donna.

Ogni componente del nucleo familiare (suoceri, cognati, figli) ricopriva un ruolo preciso: i figli, tutti minorenni,
avevano il compito di ricevere le forniture dello stupefacente occupandosi anche dell’occultamento e del trasporto.

Il figlio più grande si è adoperato anche nel reperimento di un’arma comune da sparo che deteneva, con l’assenso
della madre, all’interno della propria abitazione.

Lo scambio droga-denaro avveniva in casa della famiglia tramite un sistema stile “take away”: i consumatori parcheggiavano l’auto in una piccola via retrostante l’abitazione, si avvicinavano ad una persiana semichiusa, effettuavano “l’ordinazione” introducendo la somma di denaro in una fessura per poi ricevere quanto desiderato.

Alcuni corrieri venivano messi a disposizione del fornitore. Quest’ultimi, assieme o alternativamente al fornitore stesso, erano in grado di rifornire celermente la titolare dell’attività illecita ogni qualvolta ne avesse fatto
richiesta, anche più volte, nell’arco della medesima giornata.

Contestualmenteagli arresti, all’alba di oggi  sono state eseguite perquisizioni che hanno consentito di rinvenire, nell’abitazione degli indagati principali, 1.890,00 euro in contanti di piccolo taglio, 3 bilancini di precisone, 699 grammi di hashish suddivisa in panetti e 24 grammi in dosi, 10,80 grammi di marjuana, 20,47 di cocaina, 2 proiettili
rispettivamente cal. 12 e 38.

Arrestato e condotto in carcere, finanche, il marito della “Mater Familias” alla luce dell’ingente quantitativo di stupefacente rivenuto e per aver violato più volte le prescrizioni imposte dalla Misura di Sicurezza a cui era già
sottoposto.

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