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Cure riabilitative, nel Siracusano riduzione dei posti letto: “Si faccia chiarezza”

Cure riabilitative, nel Siracusano riduzione dei posti letto: "Si faccia chiarezza"

Il parlamentare regionale Cafeo teme che possano essere stati dirottati in altre province

Riduzione inspiegabile di posti letto per le cure riabilitative nel Siracusano.

A sollevare il problema, prendendo spunto dalla vicenda della casa di cura Villa Aurelia, è il parlamentare regionale di Prima l’Italia, Giovanni Cafeo.

La struttura privata dispone di 40 posti letto ma, come disposto da una sentenza del Cga, Villa Aurelia ne avrebbe diritto ad 80.

“L’assessorato regionale alla Salute – spiega Cafeo – ha intimato ai titolari della casa di cura di rinunciare ai contenziosi con l’amministrazione regionale altrimenti l’accreditamento non sarà ripristinato.

È una richiesta intollerabile – commenta Cafeo – non si può obbligare un’azienda a sottoscrivere un contratto agitando un cappio, è una modalità che va rigettata e combattuta, per cui auspico un ripensamento da parte dell’assessorato alla Salute”.

Ma il problema è ben più ampio e riguarda tutto il territorio provinciale: “La legge prevede – dice Cafeo – che vi siano 0,25 posti letto per mille abitanti: vuol dire che ne servono 200 in provincia di Siracusa per la riabilitazione.

Facendo i conti – prosegue – ce ne sono 50 tra Villa Salus e Villa Mauritius, 17 sono nelle strutture pubbliche ed infine 40 nella clinica Villa Aurelia.

Questo vuol dire che, in tutto il territorio siracusano, disponiamo di 107 posti letto per le cure riabilitative, per cui, se confrontiamo i parametri disposti dal ministero della Salute, ne mancano 93”.

Da qui la richiesta del parlamentare di far chiarezza sulla questione della gestione dell’assistenza sanitaria e capire se, in questi ultimi 5 anni, i posti che spettavano a Siracusa sono stati dirottati in altre province della Sicilia.

“Occorre ripristinare quanto previsto dalla legge – conclude Cafeo – perché non è possibile che i siracusani, per sottoporsi alle cure riabilitative, debbano andarsene a Catania”.

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