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Zona industriale, confronto con il viceministro Todde: le reazioni

Zona industriale, confronto con il viceministro Todde: le reazioni

Avanzate una serie di richieste al governo nazionale per gestire l’emergenza e rilanciare il polo industriale attraverso la riconversione degli impianti e delle linee produttive

“Primo, importante momento di confronto tra il governo, rappresentato dalla sottosegretaria Alessandra Todde, e le varie componenti locali, nella ricerca di soluzioni concrete al complesso momento della zona industriale di Siracusa”.
Così i parlamentari del M5S, Paolo Ficara, Filippo Scerra, Pino Pisani, Maria Marzana ed i deputati regionali Stefano Zito e Giorgio Pasqua  commentano il confronto dedicato all’area industriale di Siracusa con la viceministro Alessandra Todde.
“Abbiamo apprezzato – aggiungono – l’atteggiamento costruttivo dei partecipanti, dai sindacati agli industriali passando per i sindaci ed i colleghi parlamentari.
Fatichiamo a trovare una spiegazione, invece – proseguono – all’intervento dell’assessore regionale Turano, politicamente imbarazzante. Ci saremmo aspettati spirito propositivo davanti ai problemi attuali e non un abbandono poco dignitoso per polemizzare strumentalmente sulla dichiarazione di area di crisi industriale complessa.
Comunque, non è il tempo delle polemiche. Qui c’è da affrontare da un lato il nodo degli investimenti e dall’altro il problema legato alle sanzioni internazionali che, con l’embargo al petrolio russo, mettono in forte difficoltà Isab e di rimando l’intero polo.
Serve – propongono i pentastellati – una soluzione tecnica ad hoc, per consentire all’Isab di approvvigionarsi di greggio ed al polo siracusano di andare avanti.
Messo in sicurezza il presente – concludono – il futuro passa per la riconversione degli impianti e delle linee produttive, anche con aiuti pubblici”.
Non soddisfatti dell’esito dell’incontro Paolo Pirani e Andrea Bottaro, rispettivamente segretari generale e nazionale della Uiltec,
“Si è trattato di una riunione interlocutoria – scrivono in una nota – che dimostra come non si abbia contezza del contesto emergenziale.
 Le ulteriori restrizioni che appesantiscono l’embargo non consentiranno a gennaio di importare via nave il greggio
russo, determinando di fatto la fermata della raffineria Lukoil di Priolo con conseguenze pesantissime per l’intera area industriale siracusana.
Occorre – esortano i due segretari – che il Governo  faccia presto, che convochi l’azienda affinché si determinino soluzioni alternative.  Ciò servirà almeno a gestire l’emergenza nell’immediato.
Ma – insistono – occorre riprendere il confronto con il governo sui temi dell’energia partendo dal manifesto “Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile” presentato da sindacati ed imprese all’esecutivo lo scorso 30 novembre.
Bisogna ridefinire – concludono – il ruolo della raffinazione in Italia, erroneamente esclusa dai progetti della strategia
energetica del governo e aprire un confronto urgente sull’area industriale siracusana per ridisegnare l’assetto futuro del polo energetico siciliano”.
Chiarezza al governo centrale sul futuro dell’industria petrolchimica nazionale e sulle sorti del sito produttivo della provincia di Siracusa è stato richiesto congiuntamente dal segretario nazionale Ugl Energia Michele Polizzi, dal
segretario confederale Ugl Sicilia Giuseppe Messina, dal segretario territoriale della provincia di Siracusa Tonino Galioto e dal segretario provinciale della Federazione Chimici Peppino Furci.
“Lo scenario bellico – fanno notare – ha mutato la prospettiva ed il dossier sulla richiesta dell’area di crisi industriale complessa va ormai rivisto, così come va chiarito che Isab è una società italo-svizzera e non russa ed è inspiegabile la stretta al credito da parte delle banche per timore di sanzioni verso Lukoil.
Chiediamo con forza – insistono – che il governo nazionale garantisca alle banche che le aziende del polo siracusano sono affidabili, solide ed in grado di onorare le obbligazioni assunte permettendo così ad Isab di accedere ad altre
fonti di approvvigionamento del greggio, in alternativa a quello russo”.
Da qui la richiesta di un immediato tavolo di confronto – concludono – per l’avvio dei processi necessari ad una transizione energetica indolore e semmai di crescita per il territorio siracusano oltre alla definizione dell’istruttoria sul dossier relativo al riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa.

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