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Terremoto all’Ias dopo il sequestro del depuratore consortile. Le riflessioni di Salvo Baio

Terremoto all'Ias dopo il sequestro del depuratore consortile. Le riflessioni di Salvo Baio

Pur non dubitando della serietà del quadro accusatorio, l’esponente del Pd esprime delle perplessità

Numerosi gli interventi della politica dopo il sequestro disposto dalla Procura di Siracusa del depuratore consortile dell’Ias. Di seguito  quello dell’esponente del Pd, Salvo Baio:

“Pur non dubitando della serietà del quadro accusatorio, qualche perplessità va messa in chiaro. La prima: da oggi in poi i reflui industriali dove saranno conferiti, considerato che l’Ias può smaltire solo reflui civili?

Si tratta di un problema enorme per le industrie, le quali o portano altrove, ma dove?, i propri reflui, o, non potendoli depurare, smettono di produrli, con conseguente blocco dell’attività produttiva.

Nell’ordinanza del Gip si fa riferimento all’assenza di titoli autorizzativi. E’ possibile che il giudice si riferisca all’Aia, autorizzazione integrata ambientale.

Da quanto ho potuto verificare, tale autorizzazione secondo il competente ministero non sarebbe stata ritenuta in passato necessaria.

Successivamente a livello regionale, sarebbe stato espresso un diverso avviso fatto proprio dall’Ias che avrebbe avviato l’iter di richiesta, che è tuttora in fase istruttoria.

Altra perplessità: la quantità e la qualità dei reflui industriali in entrata e in uscita dal depuratore viene misurata da appositi congegni sulla base di determinati parametri la cui attendibilità, a quanto io sappia, è soggetta al controllo dell’Arpa.

Se ci sono stati casi di smarginamento dovrebbero essere stati oggetto di contestazione e risultare dai verbali.

Pare inoltre che l’organismo di gestione dell’Ias si sia rivolto in passato ad esperti dell’università di Milano e di Trento e che, a parte l’inidoneità sul piano progettuale dell’impianto di deodorizzazione, non sarebbero emerse disfunzioni così gravi da ipotizzare il disastro ambientale.

Evidentemente le carte in mano ai magistrati dimostrano il contrario.

Infine una curiosità: dal momento che i vertici del depuratore consortile e delle industrie che conferiscono i reflui sono stati decapitati, chi è legittimato eventualmente ad impugnare l’ordinanza del Gip?

La lotta all’inquinamento dell’aria e del mare è sacrosanta e i magistrati hanno il dovere, nell’interesse generale, di reprimere chi compie reati di disastro ambientale, semprechè provati”.

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