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Riordino delle Camere di Commercio: le reazioni della politica siracusana

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Intanto per martedì 30 marzo il ministro Urso ha convocato a Roma le categorie produttive

La decisione della giunta regionale sul riordino della Camere di commercio ha scatenato l’immediata la reazione della politica siracusana, diventato tema di campagna elettorale.

“Vogliamo ascoltare la voce di tutti gli stakeholders del territorio che rappresentano le istanze camerali. Ecco perché il Ministro Adolfo Urso ha voluto organizzare un incontro con tutte le categorie”.

Ad anticiparlo è il parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia,  Luca Cannata, che cerca di rassicurare le associazioni di impresa e le categorie produttive che sono state convocate il 30 maggio alle 10 a Roma al ministero delle Imprese.

La convocazione arriva dopo che la Giunta regionale ha approvato il sistema che mantiene le Camere di Palermo-Enna, di Messina e del Sud-Est (Catania, Ragusa e Siracusa) e conferma l’istituzione prevista della Camera di Agrigento-Caltanissetta-Trapani.

“Abbiamo letto di questo atto del Governo regionale – conferma Cannata – ma chiaramente, l’incontro di martedì servirà per decidere sul da farsi. La situazione si definirà soltanto dopo il confronto con gli attori protagonisti del nostro territorio”.

“La decisione di Schifani e della sua giunta di confermare un frazionamento delle camere di commercio – dichiara il senatore, Antonio Nicita –  penalizza Siracusa  una città che continua a perdere pezzi in favore di altre province, ed è la conferma della marginalizzazione di Siracusa.

In Senato avevo presentato mesi fa, con la solidarietà di tutte le altre forze politiche di maggioranza e di opposizione – aggiunge – un emendamento che stabiliva un principio di eccezione per le regioni a statuto autonomo.

In quel caso il Governo ha bocciato l’emendamento e interrotto ogni dialogo nonostante fosse evidente la preoccupazione di evitare un disegno di accorpamento basato su parametri che nulla hanno a che fare con la vocazione territoriale e con l’equilibrio tra le province che lo compongono.

Occorre adesso – conclude – una mobilitazione per evitare che questa marginalizzazione della provincia di Siracusa continui e si estenda ad altre forme di accorpamento in altri settori”.

“Il presidente regionale Schifani  – dichiara il candidato sindaco Garozzo – svende Siracusa nel totale e connivente silenzio del centro destra siracusano.

Il governatore disattende e disconosce il decreto del governo Draghi che ridava dignità alla Camera di Commercio di Siracusa slegandola da quella farraginosa creatura che è l’ente camerale del Sud-Est.

Rispettando il decreto Draghi – prosegue – avremmo avuto un Commissario di garanzia già nominato a tutela dell’Ente camerale locale che, invece, continuerà adesso ad essere cannibalizzato da Catania che eroderà ben presto le quote dell’aeroporto di Fontanarossa in possesso della Camera di Commercio di Siracusa”.

“Si tratta della certificazione di un fallimento che ha avvilito le rappresentanze siracusane delle imprese”: gli fa eco la candidata sindaca della coalizione progressista, Renata Giunta

“Ridotti al lumicino i servizi alle imprese siracusane che hanno visto regredire progressivamente il supporto dell’ente camerale.

È davvero incredibile – prosegue – leggere i toni trionfalistici con cui il governatore Schifani comunica gli esiti di una autentica delibera-scippo per Siracusa.

Pochi giorni fa il Cga ha riabilitato dopo una lunga querelle giudiziaria i commissari di nomina ministeriale, oggi – conclude Giunta – in tutta fretta la giunta regionale delibera una posizione senza alcun ascolto dei territori interessati”.

“Il riordino delle Camere di Commercio messo a punto dal governo Schifani – commenta il parlamentare Filippo Scerra (M5S) – riporta la Sicilia indietro nel tempo.

Ed è la dimostrazione pratica – aggiunge – di come il centrodestra intenda gestire Siracusa, rendendola marginale nel quadro regionale, spogliandola lentamente di asset strategici e di rappresentanza.

Troppa fretta nella scelta – conclude – senza tener conto delle associazioni datoriali e di categoria del territorio”.

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