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Reinserimento dei detenuti nella società: saranno impegati nelle cura del verde delle scuole Gargallo ed Einaudi

detenuti

Intesa tra la Casa Circondariale di Siracusa, la Caritas, l’associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe Onlus, l’Ufficio locale di esecuzione penale esterna di Siracusa (Ulepe) e gli istituti superiori 

Firmata la convenzione tra la Casa Circondariale di Siracusa, la Caritas, l’associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe Onlus, l’Ufficio locale di esecuzione penale esterna di Siracusa (Ulepe), gli istituti superiori  Gargallo ed  Einaudi, per permettere ad alcuni detenuti di svolgere le ore di lavoro esterno nelle scuole.

Un’attività volontaria e gratuita in favore della collettività che vedrà i detenuti occuparsi di manutenzione ordinaria e delle aree verdi.

“I due istituti scolastici di Siracusa – ha detto don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesana – hanno accolto con gioia la possibilità di avere due detenuti nei loro spazi per aiutarli nella cura dei giardini.

Alcuni detenuti si occupavano già del giardino dell’arcivescovado e continueranno nella loro attività”.

A sottoscrivere la convenzione anche il direttore dell’Ulepe Stefano Papa: “Collaboriamo con le scuole e il carcere per dare una possibilità all’esterno ai detenuti e stringere con la comunità quel rapporto indispensabile per il reinserimento.

Le scuole sono palestre di relazioni e quindi anche i nostri detenuti partono dalle scuola per rivedere una prospettiva di inserimento nella società”.

Ed il mondo della scuola ha risposto in maniera entusiasta: “ Il consiglio di Istituto e la comunità scolastica del Gargalloha – ha commentato la dirigente Annalisa Stancanelli – hanno sposato questa iniziativa che porta al reinserimento nella società” .

Anche la dirigente dell’Einaudi, Teresella Celesti, ha ribadito: “Una grande opportunità per i detenuti per riaffacciarsi al mondo e restituire il maltolto.

L’idea pedagogica è grande: avere sbagliato una volta non vuole dire una condanna per sempre.

L’idea per i ragazzi – ha concluso – è comprendere come la giustizia sia cosa diversa da un principio di vendetta ed ostracismo nei confronti di chi ha sbagliato e ci consegna un’idea di società civile che accoglie”.

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