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Problemi e disagi a Siracusa, Salvo Baio: “Ma dov’è l’opposizione?”

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Indice puntato in particolare verso i consiglieri del Partito democratico

E’ un attacco diretto a consiglieri e partiti dell’opposizione in consiglio comunale, quello che Salvo Baio affida all’intervento che segue dove, oltre a citare qielli che considera i disagi più evidenti della città, fa riferimento in particolare ai rappresentanti del Pd.

“Aprono il Museo della Città, ma all’insaputa della città e perfino delle sue istituzioni elettive. Parlano di Ortigia come di una vetrina mondiale, ma rinviano il regolamento che dovrebbe restituirle decoro.Parlano di nuovi corsi di laurea, ma non dicono neanche quali.

I negozi di viale Teocrito e di via Tisia sono desolatamente vuoti, ma nessuno si chiede perchè. Trovare un parcheggio da quelle parti è un miracolo, ma non si intravvede una soluzione.

I vigili urbani sono impiegati male, ma l’assessore competente, anzichè farsi carico dei problemi e dei disagi che sono a monte del disservizio, si limita a far sapere ai giornali che  è “arrabbiato”.

Le piste ciclabili sono un monumento allo spreco di risorse finanziarie pubbliche, ma il sindaco imperterrito ne aumenta il numero.

Questa è  l’amministrazione “guidata” da Italia e “gridata” da Granata.

Chi la critica, dovrebbe anzitutto farsi un esame di coscienza e chiedersi cosa ha fatto e fa per contrastarla. Soprattutto se lo dovrebbero chiedere i consiglieri  di opposizione e i partiti cui appartengono.

Ma a parte Paolo Cavallaro e Franco Zappalà, chi fa l’opposizione alla giunta Italia? I consiglieri del Pd sono letteralmente spariti, non danno segni di vita, neanche un comunicato di critica.

Ma sono ancora all’opposizione oppure, all’insaputa di chi li ha eletti, compreso il sottoscritto, sono ancora alla ricerca della combattività promessa?

In politica si può stare al governo o all’opposizione: ciò che non si può fare è di stare a mezz’aria, né di qua né di la’.

L’unica consolazione è che, a causa del traffico caotico, anche Siracusa può iscriversi, come Bologna,  nell’albo speciale delle città a zona trenta, anzi a zona dieci”.

 

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