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Primo Maggio, Alosi: “Ripartiamo dal Lavoro e cambiamo modello di sviluppo”

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Da Siracusa partirà una nutrita delegazione per Portella della Ginestra per celebrare e ricordare la strage avvenuta nel 1947

La Cgil si prepara a celebrare la ricorrenza del Primo maggio: da Siracusa partirà una nutrita delegazione per Portella della Ginestra per celebrare e ricordare la strage avvenuta nel 1947.

“E’ un primo Maggio insolito – commenta il segretario generale della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi –  schiacciato fra uno scenario bellico scellerato e una crisi del lavoro e nel lavoro che attraversa l’intero nostro territorio, aggredendolo trasversalmente, senza distinzioni.

Visto da Siracusa – aggiunge – il Primo maggio denuncia il lavoro che non c’è, il lavoro che viene meno insieme alla dignità individuale e collettiva di una comunità che arretra e che tuttavia non ha mai smarrito la voglia del riscatto e della rivendicazione.

Una speranza possibile – prosegue – se sapremo rimettere al centro, con determinazione, la giustizia sociale, rispondere ai bisogni di protezione dei cittadini e dar forma ai nuovi diritti e ad un’idea forte e coesa di comunità
responsabile.

Occorre prendere atto -continua Alosi – che il modello di crescita che si è affermato fino ad oggi mette in discussione la qualità della vita delle persone innescando un nuovo meccanismo di diseguaglianza che trascina nel conflitto l’intera condizione sociale del lavoratore.

Una politica imprenditoriale volta alla sola massimizzazione dei profitti a scapito dell’ambiente, della salute, della
sicurezza e della dignità dei lavoratori – accusa – non è più tollerabile.

La crisi pandemica prima e la guerra dopo – prosegue – hanno portato alla luce i nostri ritardi, le incongruenze, l’esaurimento di vecchi schemi che continuavamo a replicare.

“Serve che la Politica torni in campo e sieda a capotavola – intima il segretario della Cgil – quello che va
ricostruito oggi è un’azione comune su pochi capitoli chiari: come creare lavoro, cosa significa green new deal, come si rilancia la conoscenza, come si ricostruiscono politiche industriali credibili nell’era della inclusione digitale e della riconversione energetica”.

Dopo aver analizzati i tanti nodi sul tavolo, in chiusura il messaggio di speranza: “Credo che i problemi siano alla nostra portata. Il territorio ha intelligenza e competenza per vincere questa sfida.

E allora – conclude con un’esortazione questo intervento sulla celebrazione del Primo Maggio – ripartiamo dal Lavoro, dal senso costituzionale più profondo del Lavoro quale elemento fondante di un nuovo umanesimo sociale fatto di giustizia sociale, di lotta alle diseguaglianze, di diritti e tutele per tutti, di dignità del lavoro e delle persone”.

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