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Parco degli Iblei, Carta: “Si sospenda l’iter e si valutino forme alternative di tutela ambientale”

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E’ indirizzata al presidente della Regione e all’assessore per il Territorio e l’Ambiente

“Verificare la regolarità delle procedure per l’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei. Incidenza sul tessuto economico delle imprese agricole e mancata collegialità e concertazione, di tutti gli attori coinvolti, nella redazione di un documento d’indirizzo relativo all’analisi territoriale dell’area da destinare a protezione, perimetrazione e
individuazione degli obiettivi da perseguire”.

Su questi temi si basa l’interrogazione del presidente della IV Commissione “Ambiente, Mobilità e Territorio”, Giuseppe Carta, indirizzata al presidente della Regione e all’assessore per il Territorio e l’Ambiente.

La querelle parte da lontano, precisamente dal 2007 quando con il decreto legge n. 159, su proposta dell’allora Ministro per l’Ambiente, si definiva l’istituzione, in Sicilia, di quattro Parchi nazionali, tra cui il Parco degli Iblei.

Il Parco, con un’estensione stimata di 150 mila ettari, rappresenterebbe la più grande area protetta in Sicilia e il più ampio parco nazionale dell’isola con i suoi 32 comuni coinvolti, tra cui ben 18 nella provincia di Siracusa.

Al suo interno le riserve naturali di Pantalica e Valle dell’Anapo, Cavagrande del Cassibile, il complesso speleologico Villasmundo – Sant’Alfio e le Zone Sic e Zps .

“La tutela delle attività economiche insediate nell’area – spiega Carta – e la messa in sicurezza di un’intera zona ad elevato rischio idrogeologico sarebbero, di fatto, impossibili con i vincoli caratteristici tipici di un Parco nazionale.

Vincoli che – precisa – avrebbero riflessi importanti anche rispetto alla gestione dell’attività venatoria, fondamentale contro ilfenomeno dilagante della crescita esponenziale di esemplari di cinghiai di fenotipo selvatico”

“Pertanto – conclude – bisogna riflettere su un’opportuna integrazione istruttoria sull’incidenza del regime vincolistico sulle esigenze del territorio e sulle attività economiche,nonchè sulla reale necessità dell’istituzione del Parco, individuando forme alternative di tutela ambientale atte a garantire lo svolgimento delle attività delle filiere produttive”.

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