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Nuove sanzioni alla Russia: trema la zona industriale siracusana. A rischio migliaia di posti di lavoro

Nuove sanzioni alla Russia: trema la zona industriale siracusana. A rischio migliaia di posti di lavoro

Si allarga il fronte di coloro che spingono sul governo nazionale sollecitando un intervento urgente per evitare conseguenze drammatiche

Sul futuro incerto di Isab-Lukoil e della zona industriale siracusana si allarga il fronte di coloro che sollecitano interventi urgenti del governo nazionale per evitare la chiusura della raffineria a causa delle nuove sanzioni che prevedono l’embargo dell’Europa al petrolio russo.

“Sarebbe una caporetto sociale – dichiara la deputata regionale di Fi, Daniela Ternullo – e metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro e dunque di altrettante famiglie.

Serve immediatamente un tavolo tecnico, in cui il Governo Draghi faccia la propria parte per evitare conseguenze drammatiche. Ricordo che parte del Pil in Sicilia è fortemente influenzato proprio dal settore della raffinazione del greggio”.

Sugli scenari che potrebbero prospettarsi in vista delle prossime sanzioni alla Russia interviene anche Vera Carasi, segretario generale della Cisl Ragusa Siracusa, e Alessandro Tripoli, segretario generale della Femca territoriale:

C’è la necessità di mettere responsabilmente al centro i lavoratori della nostra zona industriale – hanno aggiunto Carasi e Tripoli – Bisogna attivarsi da subito con azioni concrete che possano garantire l’economia delle famiglie dei lavoratori della zona industriale e di ciò che ruota attorno ad essa, come, ad esempio, il porto di Augusta.

Una soluzione immediata sarebbe l’apertura di una linea di credito che riesca a garantire pagamenti sicuri e veloci dei fornitori della Lukoil – dicono ancora i due segretari – In questa fase di totale confusione sul futuro non si può soltanto soffiare sul fuoco dell’ansia generalizzata.

Bisogna – proseguono – che la politica intervenga subito per garantire i pagamenti e assicurare, intanto, la normale continuità della linea produttiva. C’è il dovere di valutare ogni passaggio possibile per salvaguardare tutti i lavoratori della zona industriale e, con essi, l’economia di scala prodotta in provincia.

Siamo concordi – concludono – nell’accettare lo stato di crisi e nel condividerlo con le aziende una volta conosciuto il reale stato di difficoltà economica che stanno attraversando.”

“Istituire una cabina di regia per la crisi del Petrolchimico di Siracusa, individuare una strategia comune da presentare al Governo nazionale e porre fine alla campagna elettorale attorno ad un tema così delicato.”

Questa la proposta del deputato regionale di Prima l’Italia, Giovanni Cafeo: ““Il Governo regionale -insiste il parlamentare – dovrebbe istituire una cabina di regia, capace di coinvolgere tutte le forze politiche siciliane per un appello corale al Governo nazionale che non abbia colore politico”.

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