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Lo spettro di una Serie A senza Sud Italia

Lo spettro di una Serie A senza Sud Italia

Se è vero che il calcio è lo specchio del Paese, la differenza tra Nord e Sud Italia è visibile anche guardando la classifica della Serie A.

Se è vero che il calcio è lo specchio del Paese, la differenza tra Nord e Sud Italia è visibile anche guardando la classifica della Serie A. Nel massimo campionato italiano sono presenti solo quattro squadre del Sud (Napoli, Cagliari, Benevento e Crotone) su un totale di venti team. Le restanti sedici sono provenienti dalle regioni dell’Italia centrale e soprattutto settentrionale: il Nord rappresenta la provenienza di oltre la metà delle formazioni in classifica.
Ancora più impietoso il confronto sugli scudetti vinti, dato che per trovare una vittoria di una squadra meridionale bisogna tornare al 1990 con il Napoli di Maradona. Le formazioni del nord sono anche quelle favorite alla vittoria nei pronostici delle scommesse calcio oggi, dato che a contendersi il titolo sono stati sempre Juventus, Inter e Milan, ad eccezione della Sampdoria nel 1991 e, a cavallo del millennio, della Lazio e della Roma.

Ancora meno Sud nella prossima Serie A?
Manca poco al termine del campionato di Serie A ed ai play-off di Serie B con i consueti verdetti sulle retrocessioni e sulle promozioni. Per quanto riguarda il massimo campionato, delle tre squadre che scendono in Serie B, ben due sono del Sud.
Crotone e Benevento occupano rispettivamente la penultima e la terzultima posizione in classifica, che le condanna alla retrocessione insieme al Parma. Se per il Crotone la matematica aveva sancito con largo anticipo la “condanna” al campionato inferiore, per il Benevento i giochi sono rimasti aperti fino agli ultimi turni di campionato, ma il pareggio della Lazio con il Torino, diretto contendente alla salvezza, ha salvato matematicamente il Toro.

La Serie B vede una squadra del Sud promossa, forse due
A compensare un po’ le perdite meridionali ci pensa la Salernitana, promossa in Serie A dopo ben 23 anni di assenza dal massimo campionato. Decisiva per la squadra capitanata da Fabrizio Castori è stata la vittoria per 3-0 sul Pescara e la contemporanea sconfitta del Monza contro il Brescia. Il sogno che mancava dalla stagione 1998-1999 diventa realtà grazie al secondo posto in classifica dietro all’inarrestabile Empoli e soprattutto grazie alla volata finale che ha visto ben sette successi su nove partite.
Ma dalla serie cadetta potrebbe arrivare anche una seconda promozione di una squadra del Sud, che andrebbe così a riequilibrare le due retrocessioni meridionali. Il Lecce, infatti, ha ancora la possibilità di conquistare la Serie A vincendo i play-off, ma nel primo turno delle semifinali è stato sconfitto dal Venezia, rendendo quindi più difficoltosa la strada verso la promozione.

Perché il Meridione è poco rappresentato nel calcio
Non è facile trovare una spiegazione univoca della scarsa presenza ad alti livelli delle squadre del Sud Italia nel calcio, ma anche in altri sport. Di sicuro sono differenti gli elementi che hanno contribuito a quella che molti chiamano “questione meridionale” in ambito calcistico.
In primo luogo, c’è da dire che il calcio segue direttamente lo sviluppo economico di un territorio, soprattutto a livello imprenditoriale. Per costruire squadre che vincono servono i soldi e nel calcio di oggi servono davvero molti soldi. Nel nostro contesto socio-economico, le uniche figure in grado di sostenere gli sforzi economici legati all’acquisto e al mantenimento di squadre di calcio sono gli imprenditori.
È naturale quindi che i progetti calcistici di successo siano maggiore nelle aree del Paese dove è più alta la presenza di aziende e realtà imprenditoriali con solide basi finanziarie, come il nord Italia.
Un altro aspetto è legato al diverso modo di intendere il calcio. Nel settentrione la cultura calcistica che si ritrova nelle squadre professionistiche è maggiormente orientata al business, quindi con un management che vede nei risultati sul campo un modo per massimizzare i profitti derivanti dai diritti televisivi, dagli incassi allo stadio e dal merchandising.
La maggior parte delle squadre del Sud sono invece realtà provinciali che, oltre a non avere a disposizione budget paragonabili a quelli di molte realtà del Nord, non hanno nemmeno un’organizzazione altrettanto strutturata e orientata al marketing.

Un futuro diverso per il Sud?
Se non ci sarà un’inversione di tendenza, il futuro del meridione del calcio porterà ad avere un ruolo sempre più marginale nel panorama nazionale e internazionale. Le cose si possono cambiare, come dimostrano alcuni casi di successo, ma di sicuro sarà necessario l’impegno delle società per tornare ad essere competitivi ed a rappresentare con orgoglio una importante parte dell’Italia.

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