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Lettera aperta di Piscitello (Confcommercio): “Costituire un tavolo di programmazione per evitare la marginalizzazione della città”

Lettera aperta di Piscitello (Confcommercio): "Costituire un tavolo di programmazione per evitare la marginalizzazione della città"

Il presidente provinciale si rivolge alla classe politica, agli imprenditori e a chi è impegnato nel sociale

Costituire un tavolo di confronto e programmazione, anche politica, in grado di dare avvio ad un percorso di condivisione di idee per il futuro del territorio.

E’ l’appello che il presidente provinciale di Confcommercio, Elio Piscitello rivolge attraverso una lettera aperta “alla classe politica che sta per essere eletta, agli imprenditori che credono e vogliono ancora investire nel nostro territorio, alle donne ed agli uomini impegnate nel sociale”.

“Viviamo – scrive Piscitello – in una provincia che ormai da alcuni decenni attraversa una situazione di forte crisi economica e sociale.

Crisi notevolmente aggravata, ma non certamente innescata – specifica – dall’esplosione della pandemia da covid 19, dalla guerra russo-ucraina, e dall’attuale incontrollato incremento dei prezzi di energia e gas e con un’inflazione galoppante che ha raggiuto i livelli del lontano 1985”.

Per rendere l’idea della situazione atuale Piscitello snocciola una serie di numeri: “Nel quinquennio 2016 / 2021 il numero di residenti della nostra città è passato da 122.031 a 116.447.

Molti di coloro che decidono di emigrare – fa notare – sono giovani con il numero degli ultra 65nni che ha superato ormai abbondantemente quello degli under 14, e l’età media dei residenti passata da 39 a 45 anni in meno di due decenni.

La popolazione – prosegue – peraltro vive in un contesto del tutto carente di servizi, incapace di garantire condizioni di vita che possano definirsi anche lontanamente soddisfacenti e con un reddito medio di circa 18.000 euro annui, a fronte dei 31.000 della media nazionale.

Tutto ciò – aggiunge – tralasciando di analizzare i dati relativi allo stato di salute delle imprese, dell’allarmante situazione del polo industriale, del crescente numero di disoccupati, inoccupati e inattivi.

Tutti noi . esorta in conclusione -abbiamo il dovere morale di evitare l’irreversibile marginalizzazione della nostra città e lavorare uniti per nuove prospettive di crescita e sviluppo; il dovere di tutelare la nostra città e le future generazioni”.

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