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Patrimonio culturale sottovalutato

Il libro dei privilegi di Siracusa. Un patrimonio culturale sottovalutato

di Marco Monterosso
libro dei privilegi

Tra la fine del Duecento e per tutto il Trecento si forma il primo embrione di un insieme di privilegi, concessi dai sovrani aragonesi alla città di Siracusa, che ne definirono, fino a Settecento inoltrato, l’identità collettiva.

In una società di particolarismi come quella medievale questi privilegi rappresentavano i mezzi attraverso i quali, il ceto dirigente cittadino, cercava di rispolverare i fasti e la floridezza economica vissuti da Siracusa in età classica e bizantina.

Il primo e più importante privilegio risale all’ottobre 1298 quando Siracusa, dopo l’incoronazione di Federico III a re di Sicilia, fu posta sotto assedio dalle truppe di Giacomo d’Aragona. Secondo il Privitera infatti, re Federico “per tenersi fedele il popolo e animarlo vieppiù a resister coraggioso”, accordò ai siracusani il rilevantissimo privilegio di essere esenti, in perpetuo, dalle imposizioni regie.

La città non essendosi arresa all’assedio, nonostante questo si protrasse per circa quattro mesi, il 1° marzo del 1299 fu destinataria di un ulteriore privilegio che accordava ai suoi cittadini: “la franchigia nelle dogane sia per mare che per terra, la licenza di far legna, sia verde che secca, nei boschi della Regia Curia e l’allargamento del territorio annettendogli quello di Augusta”.

Pochi giorni dopo una delegazione siracusana composta dai sindaci Bandino Campisano e Giovanni Marrasio, inviata a Messina per rendere omaggio a Federico III, ottenne importantissimi risultati che consentiranno alla città di assumere, probabilmente in anticipo rispetto tutte le altre città siciliane, ampi spazi di autonomia locale.

Nel 1318 l’estensione anche a Siracusa dei privilegi già concessi a Messina tra cui il privilegio di foro, la curia dei primi appelli e il diritto di eleggere consoli, ampliò quel corpus di norme cittadine che, non solo garantiva particolari condizioni nei confronti del rapporto istituzionale con la corona e i suoi organi burocratici ma definiva e istituzionalizzava vantaggiosi risultati in materia giurisdizionale e fiscale.

Il libro dei privilegi di Siracusa. Un patrimonio culturale sottovalutato

Un processo di elaborazione normativa e di costruzione identitaria che proseguirà per molti secoli e che sarà consacrato dalla redazione di un libro contenente tutte le norme, i privilegi, i diplomi di cui godeva la città il: Liber Privilegiorum et Diplomatum nobilis et fedelissime Siracusarum urbis.

I tre volumi manoscritti in cui è suddiviso il “liber” furono redatti tra il 1635 e il 1768 e contengono circa 500 diplomi che coprono un arco temporale che va dal 1293 al 1817. Il primo volume è probabilmente la copia di un liber maior Univesitatis, altre volte chiamato liber vetustissimus, di cui si trova traccia nella documentazione cinquecentesca.

Il Liber Privilegiorum, passato tra le mani di Cesare Gaetani, Giuseppe Capodieci e Serafino Privitera, meriterebbe però, almeno a mio avviso, una maggiore considerazione dal punto di vista della cultura cittadina rappresentando un fondamentale spaccato della nostra storia e della nostra identità. Le istituzioni cittadine intanto, continuano a sottovalutarne l’inestimabile valore !

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