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forte Vittoria

Il forte Vittoria ad Augusta

di Marco Monterosso
forte vittoria

A metà Cinquecento i ricorrenti attacchi ottomani su Agusta spinsero la corona spagnola ad intraprendere un ambizioso progetto di fortificazione che prevedeva, necessariamente, il reintegro della città al demanio.

Dopo essere stata saccheggiata nel 1552, nel 1553, e nel 1560 era evidente infatti che i feudatari che governavano la città non era più in grado di provvedere alle difese.

Il viceré Garcia Alvarez de Toledo, dopo aver visitato Augusta nel 1566, perorò al re l‘importanza di quel porto e la necessità di creare una linea di difesa costiera.

Il 30 ottobre dello stesso una sentenza del Tribunale del real patrimonio stabilii che la città di Augusta “con Castello, Feudo, Gabelli, Territori, Giurisdizioni, Ragioni et Pertinentij” doveva essere trasferita alla Regia Corte non appena si fosse raggiunto un accordo economico col suo feudatario.

L’accordo, dopo una perizia effettuata da esperti, fu raggiunto il 22 marzo 1567 quando al conte Federico Staiti, che aveva acquistato Augusta dai Marullo solo qualche anno prima, fu riconosciuto un risarcimento di 14.000 onze.

Il progetto per la difesa del porto di Augusta, affidato all‘ingegnere Antonio Conte e per il quale era prevista una spesa di circa 12.000 onze, consisteva nella realizzazione di due forti uno all’ingresso del porto (il Forte d’Avalos) l’altro al suo interno in una posizione in grado di incrociare i suoi tiri con quelli del castello.

Il progetto inziale che all’interno del porto prevedeva la realizzazione di un solo forte fu modificato con la costruzione di due distinte fortezze che in onore del viceré e della moglie furono chiamati forte Garcia e forte Vittoria. Quest’ultimo ha pianta poligonale, aperta su una corte interna, sulla quale si aprano venti vani, nel piano terrazzato erano invece collocati i 13 cannoni in dotazione.

Il forte Vittoria ad Augusta

Nonostante l’impegno profuso dalla corona già nella prima metà del Seicento, in una relazione anonima, veniva però denunciata “l‘ inadeguatezza dei forti Garcia e Vittoria che non hanno lo spazio di rinculata necessario per l‘ artiglieria e di cui occorrerebbe terminare i parapetti e le cannoniere”.

Nel 1668, su richiesta del castellano Gabriele Aldessar e Rosales, sul forte Vittoria fu realizzata una cappella, intitolata alla Madonna di Portosalvo, al fine di potervi celebrare una messa settimanale.

Il forte Vittoria ad Augusta

Intanto le preoccupazioni di quella relazione anonima furono confermate nel 1675 quando una spedizione francese riuscì facilmente a conquistare la città dopo che, prima la Torre Avalos dotata di ben 40 cannoni, e poi i due forti Vittoria e Garcia, si arresero al generale Vivonne.

Questi, dopo un‘ ispezione dei forti scrisse una relazione nella quale ribadiva che, se fossero stati ben armati e consapevoli delle loro forze, avrebbero resistito agevolmente all’attacco francese.

Anche se non disponiamo di prove documentali è probabile che, nella prima metà del Settecento, cessato il pericolo delle incursioni, i due forti vennero adibiti a lazzaretti per gli ammalati di peste.

Avvalorerebbe tale ipotesi l‘ esistenza, in uno dei vani del piano terra, di tracce di forni crematori. Successivamente il forte fu trasformato in prigione, funzione che continuo a svolgere anche quando, durate il XIX secolo, divenne luogo di cura e confino per i malati di colera.

Nel 1878 il forte cambiò ancora una volta uso, destinato a stazione sanitaria per la quarantena delle navi mercantili, fu sopraelevato di un piano e trasformato in vero e proprio ospedale.

Il forte Vittoria ad Augusta

Agli inizi del Novecento, dopo che Augusta divenne “base passeggera” per le operazioni navali di conquista della Libia, ospitò il Comando piazza, finché, nell’immediato dopoguerra, le strutture furono abbandonate.

Restaurato nel 2009, quest’anno sarà possibile visitare il forte Vittoria grazie all’iniziativa denominata “Ritorno al Forte” curata dall’associazione culturale ICOB: giovedì 10, venerdì 11, domenica 20, venerdì 25 agosto e domenica 3 settembre.

Per maggiori informazioni consultare la pagina social dell’associazione “Icob” o chiamare il numero 348.6055144

FOTO:
https://dati.beniculturali.it/lodview-arco/resource/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1900264307.html
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di Marco Monterosso

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