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Il drammatico sfogo della dottoressa del Pronto Soccorso di Siracusa, l’Ordine dei Medici: “Il problema è nazionale”

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Viene suggerito di riadeguare i numeri chiusi nelle Università e nelle Scuole di Specializzazione alla nuova e reale domanda del territorio

L’Ordine dei Medici di Siracusa, attraverso il suo presidente, Anselmo Madeddu, interviene sul caso del drammatico sfogo-appello agli assistiti di una dottoressa del Pronto Soccorso di Siracusa, il cui video è diventato virale sui social.

Parole che esprimono un grave disagio che appartiene a tutti i medici e gli infermieri che operano nel Pronto Soccorso.

“Innanzitutto – si legge nella nota – si intende manifestare totale solidarietà alla dottoressa che in un contesto lavorativo difficile come quello in cui operano lei e altri colleghi, continua a fare il suo dovere con abnegazione e ai limiti della resistenza psico- fisica.

Sulle criticità che stanno dietro questo fenomeno – precisa – il sindaco non c’entra nulla, così come non c’entrano nulla neanche la direzione aziendale dell’Asp e l’Assessorato e non c’entrano nulla nemmeno i medici di famiglia.

La verità infatti – spiega Madeddu – è che i concorsi per reclutare nuovi medici ai Pronto Soccorsi sono stati regolarmente fatti, a Siracusa come altrove, ma questi vanno deserti perché sul mercato del lavoro non si trovano più medici disposti a lavorare nei Pronto Soccorso e in altre aree critiche della sanità.

La prima azione urgente – suggerisce – è quella di riadeguare immediatamente i numeri chiusi nelle Università e nelle Scuole di Specializzazione alla nuova e reale domanda del territorio.

Non è possibile – insiste – continuare a importare medici da paesi esteri, con le difficoltà di comprensione della lingua.

Oggi in Italia – prosegue – i medici dei Pronto Soccorsi, sottopagati e stremati dai turni massacranti, vengono insultati, aggrediti fisicamente e anche giudiziariamente con cause temerarie che nel 97% dei casi, dopo dieci anni, terminano con l’accertamento dell’innocenza del medico”.

Appello finale rivolto alla Politica a “ridare dignità al lavoro dei medici nei Pronto Soccorsi e in tutta le aree
critiche”.

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