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I villaggi rurali medievali del territorio di Lentini

di Marco Monterosso
villaggi rurali

Durante il dominio normanno, seppur nell’ambiguità terminologica della documentazione superstite, tende a istituzionalizzarsi una certa gerarchia fra i diversi centri abitati.

I villaggi rurali medievali del territorio di Lentini

I pochi centri ad essere definiti “civitas o urbs”, sono quelli sedi vescovili e degli organi di governo, civili e militari, protetti da castelli e cinte murarie. Con il termine “oppidum” si faceva invece riferimento ad un centro abitato fortificato, che seppur per dignità inferiore alla civitas, era sempre ben distinguibile da “castrum e castellum”. I “casalia” infine erano, piccoli villaggi rurali aperti, privi di difese. Si delinea cosi un quadro insediativo in cui ufficiali regi, aventi sede nelle poche città vescovili, esercitavano prerogative fiscali e giudiziarie su un territorio in cui un centinaio di “centri minori” fungevano da centri direzionali di un territorio costellato da quasi un migliaio di casali. Casali che, in probabile continuità con le antiche villae dell’antichità ellenistico-romana, attraverso i “chorion” bizantini e i “rahal” musulmani, continuavano a rappresentavano il centro di aggregazione di base della Sicilia normanna. Modello per casali che, seppur sensibilmente ridimensionato dall’azione di accentramento della popolazione attuata da Federico II, sembra sopravvivere, soprattutto nella Sicilia Orientale, fino al XIV secolo.

Due documenti, la raccolta delle decime ecclesiastiche del 1308-1310 e il ruolo dei feudatari di re Federico del 1335, attestano infatti la presenza di numerosi casali, per la gran parte oggi scomparsi. Nell’attuale territorio siracusano la maggior concentrazione di questi casali trecenteschi è documentata nell’area lentinese che si estendeva, a nord verso Scordia e Palagonia, a sud in direzione di Buccheri e a ovest fino a lambire il territorio di Caltagirone.

I villaggi rurali medievali del territorio di Lentini

San Basilio: a 4 km a nord ovest da Scordia. Il villaggio di Sancti Basilii de Flumine Frigido nel 1136 fu concesso da Ruggero II al monastero di San Salvatore. Nelle decime riscosse dalla chiesa siracusana nel 1308-1310 è attestata la presenza di una chiesa dedicata a San Basilio. Nel 1335 il casale è in possesso di Alafranco di San Basilio.

Fiumefreddo: 3 km a nord est di Scordia. Con un diploma, il 20 maggio 1103 il casale venne concesso ad un certo Angerio e con esso la chiesa di San Giovanni di Fiumefreddo. Nel 1270 risulta possedere il casale Aloisia Fimetta, successivamente ne entrò in possesso il nipote Simone Fimetta (Simone da Calatafimi) che, coinvolto nella cospirazione antiaragonese di Gualtiero di Caltagirone, fu decapitato alla fine del 1284. Agli inizi del XIV secolo è attestata la chiesa di S. Maria. Nel 1335 il casale risulta in potere di Simone Fimetta.

Xirumi: a 6 km a nord est di Scordia. In possesso del milite messinese Enrico Rosso nella seconda metà del XIII secolo, nel 1335 era in potere di Andrea Rubeo (di Damiano)

Bulgarano: a circa 5 km a sud ovest da Scordia. Gugliemo de Balena e Manfredi di Serrasina (o Frasina) sono possessori del casale in data anteriore al 1299, ribelli alla corona subirono la confisca del feudo. Marco Peris de Linguida ottenne il feudo da re Federico nel dicembre 1299. Nel 1308-1310 è attestata la chiesa di San Nicolò, probabilmente dell’ordine templare. Nel 1335 il casale era in potere di Pietruccio de Linguida.

Ossino: a circa 4 km a sud di Scordia. Nel 1308-1310 per la cura delle anime del casale è attesta la presenza un presbitero “greco” di nome Ligorico. Nel 1335 risulta in potere di Nicola Lancia.

Cadra: a poco più di 1 km da Francofonte. In un diploma di Federico II del 1229 Guido Murtillano era riconosciuto nel possesso di metà del feudo Chadra, in “nomine et pro parte Lotheringe uxoris sue”, l’altra metà del feudo “pro indiviso” spettava a donna Verdimura sorella di Lotaringia. Nel 1270 Matteo Montebiano (Murtillano) risulta possessore del casale, nel marzo del 1300 Matteo Mortillaro. Nel ruolo feudale del 1335 il casale appare nuovamente indiviso tra Adinolfo Mortillaro e Nicolò de Lamia.

Passaneto: a circa 2 km a nord ovest di Francofonte. Nel 1301 Riccardo Passaneto che aveva sposato Druda, figlia del Vescovo di Siracusa Simone da Lentini, fu creato conte di Garsiliato, risultando già signore dei casali di Palagonia e Passaneto. Nel 1309 Riccardo (II), per l’ingresso del padre tra i frati dell’ordine di S. Giacomo, ricevette Passaneto e la contea di Garsiliato. Nelle decime della chiesa siracusana (1308-1310) sono attestate le chiese di San Leone e di San Biagio. Nel 1335 risulta possedere il casale Ruggero di Passaneto.

Sabuci: a circa 5,5 km a nord ovest da Lentini. Nel 1335 (come Cadra) era in possesso per una metà di Adinolfo Mortillaro, l’altra di Nicolò de Lamia.

Silvestro o Bonvicino: a circa 7 km a nord ovest da Lentini. Guglielmo Riera, denominato negli atti “chirurgo”, ante 1292, possedeva il casale Silvestro, che venne occupato ingiustamente da Ruggero di Lauria e gli fu reso solo dopo l’intervento di re Giacomo. Nel 1300 Carlo d’Angiò assegnò il casale a Gualtiero Pantaleone anche se probabilmente non ne entrò in possesso. Nel 1335 era della regina Eleonora.

Randazzini: non localizzabile, sappiamo solo che era in “territorio di Lentini”. A metà del XIII secolo era esistente una grancia cistercense. Nelle decime riscosse dalla chiesa siracusana nel 1308-1310 è attestata la presenza di una chiesa dedicata a San Nicolò. Nel 1335 apparteneva ad Andrea Rubeo.

Pedagaggi: 11 km a sud est di Lentini. Nel 1308-1310 è attestata la chiesa di S. Pietro. Nel 1335 apparteneva ad Andrea Rubeo. Continua ad essere un centro abitato, ora frazione di Carlentini (SR).

di Marco Monterosso

 

 

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