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I castelli medievali di Belvedere e Cassibile

di Marco Monterosso
belvedere

Nel corso del Trecento nelle frazioni siracusane di Cassibile e Belvedere furono costruiti due “castelli” che,
insieme a quello dei monti Climiti, costituivano il sistema difensivo suburbano della città di Siracusa.

Non disponiamo di documenti utili a individuarne la data di costruzione ma è possibile ipotizzare che questa
possa farsi risalire al regno di Federico III (1296-1337) quando la Sicilia, in perenne stato di guerra con gli angioini, “si copri di mura, castelli e fortificazioni”.

Dei due castelli di Belvedere e Cassibile non rimane praticamente traccia, mentre quello dei monti Climiti, seppur rimaneggiato, risulta ancora visibile.

Quello di Cassibile era certamente posto sulla sommità della cava grande, nel luogo dove poi sorse, nello scorso secolo, la cosiddetta “villa della marchesa”
(https://www.siracusapost.com/cassibile-la-villa-dei-marchesi-loffredo-a-cugno-mola).

Sulla localizzazione del castello di Belvedere è invece possibile fare solo delle ipotesi: “…si può presupporre che, per ragioni orografiche e strategiche, la fortezza fosse posta sull’unico rilievo, alto circa 200 mt, presente all’interno del feudo “Belluvidiri”.

Lo stesso luogo che, per la sua posizione prominente, ospiterà nel XVI secolo un “fano”, poi un impianto semaforico ottico, ed infine nel 1889, una stazione telegrafica.”

Piuttosto che di veri e proprio castelli, sul modello di quelli presenti nelle città, si può ipotizzare che a Cassibile e Belvedere furono realizzate invece ben più modeste costruzioni che, da un’analisi dei resti dell’unica fortificazione superstite, il cosiddetto “Castelluccio” dei Monti Climiti, si può ipotizzare non fossero altro che semplici torri, probabilmente su due piani, connesse a vani rupestri, protetti da mura di cinta in conci lapidei e legno.

I castelli medievali di Belvedere e Cassibile

Dopo la fase di più aperto scontro con le truppe angioine le due fortificazioni di Cassibile e Belvedere ridivennero particolarmente importanti quando a metà Trecento si scatenò la guerra civile tra la fazione “latina”, capeggiata dai Chiaramonte e quella “catalana” con a capo gli Alagona.

Tema della discordia era stata, nel 1348, la nomina a tutore del giovanissimo re Ludovico, del maestro giustiziere Blasco Alagona. Siracusa cadde cosi sotto l’orbita chiaramontana ma vi restò fino al maggio 1355, quando una rivolta, ampiamente descritta dalla storiografia, consenti alla città di “ritornare alla fedeltà regia”.

Nell’ottobre di quello stesso anno morirono sia il giovane re Ludovico che il giustiziere Blasco Alagona, e ciò ridiede fiato ai chiaramontani che, nel maggio del 1356, conquistarono il castello di Cassibile.

Il consiglio di reggenza del nuovo re, Federico IV, inviò però a Siracusa Orlando d’Aragona che seppe abilmente riconquistare Cassibile che in ricompensa ottenne in feudo, nel 1361, insieme alla terra di Avola.

Come dimostra il tentativo di sbarcare in città nel maggio 1361, i Chiaramonte non demordevano però dall’intenzione di riconquistare Siracusa, cosicché fu posta particolare attenzione nel rafforzare le difese cittadine e i castelli del circondario.

Nel 1362 il castello di Belvedere fu affidato a Yaimo Rocca con un salario di 18 onze, 12 delle quali pagate dall’università e 6 onze dalla Curia Regia, con due serventi per custodire il castello.

In quel clima di instabilità endemica che contraddistinse il regno di Federico IV il castello di Belvedere fu attaccato e conquistato da Alfonso e Federico di Aragona, figli di quell’Orlando, che teneva in feudo Cassibile e che fino alla sua morte, nel 1361, aveva governato Siracusa in nome del re.

Quella degli Aragona dovette essere però una scaramuccia di poco conto dato che dagli atti risulta esserci andato di mezzo solo un cavallo, che poi fu rimborsato al suo proprietario.

A Belvedere non furono più nominati castellani visto che la città nel 1375 decise di affidarne la custodia a Nicola Marrasi, barone di Carancino, assegnandogli ogni mese onze 2.20 “de pecunia universitatis”, mentre al castellano di Cassibile, l’anno successivo, erano assegnate “25 onze, prelevate dalla secrezia di Siracusa, per riparare il detto fortilizio”.

Il castello di Cassibile doveva certamente essere considerato di importanza strategia ben superiore a quello di Belvedere dalla nomina a castellano di Federico Cumpagna di Messina, sappiamo infatti che a quel tempo risultava presidiato, oltreché da un vicecastellano, anche da 12 serventi e da un “bordonaro”.

Dopo lo sbarco dei Martini nel 1392, nonostante la situazione restasse tesa, il nuovo sovrano acconsenti alla richiesta dei siracusani di “diroccare” il castello di Belvedere, probabilmente perché troppo vicino alla città e scarsamente difendibile.

Così il Capodieci riporta la notizia: “Mentre poi ritrovavasi costituito Governator Generale di tutta la Sicilia l’infante Martino ordinò con suo diploma dato in Catania a 6 Luglio 1393, che si diroccasse il Castello di Belvedere, e si munissero all’incontro quei di Cassibili, e del Monte, a seconda delle insinuazioni fattegli da Giliberto Centelles, Capitan Giustiziere di Siracusa”.

FONTI

F. Maurici, Castelli medievali in Sicilia, Regione Siciliana, Ass. BB.CC. e identità siciliana, Palermo, 2015.

N. Monterosso, Prime ipotesi su un “castello” medievale a Belvedere, in “Dialoghi Mediterranei”, nr 63, 2023.

G. M. Capodieci, Antichi monumenti di Siracusa, Siracusa, 1813, Vol. II.

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