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Debutto con lunghi applausi per il Prometeo Incatenato di Eschilo al Teatro Greco di Siracusa

prometeo

Stasera, 12 maggio, alle 19, debutto per Medea di Euripide con la regia di Federico Tiezzi

Un sito industriale abbandonato fa da scanario al Prometeo Incatenato di Eschilo che ha inaugurato la 58ma stagione della rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa.

L’opera è diretta da Leo Muscato, nella traduzione di Roberto Vecchioni,ieri sera tra il pubblico in teatro, con
Alessandro Albertin nel ruolo di Prometeo.

Per la “prima” c’è il pubblico delle grandi occasioni:oltre 4.500 spettatori sui gradoni dell’antica cavea.

La tragedia ha inizio con l’apertura di una paratia in ferroe l’entrata in scena di un carro che scorre su binari. A bordo Prometeo in catene ed incappucciato: deve essere portato su per una rupe simbolica e in chiodato lì al proprio destino su ordine di Zeus.

Il “peccato mortale” commesso dal protagonista è stato quello di aver donato ai mortali il fuoco e di aver insegnato loro tutte quelle arti che possono essere riunite sotto il nome di progresso.

Uno sgarbo che Zeus non gli perdona “ostinato come chi è appena arrivato al potere”: dice Prometeo.

E mentre il suo corpo è lacerato dai morsi delle catene, arrivano le Oceanine che cercano di convincerlo a chiedere  scusa.

Prometeo, però, vuole resistere perché sa che un giorno qualcuno arriverà a spodestare Zeus e quest’ultimo avrà bisogno dell’aiuto di Prometeo.

L’arrivo in scena di Io, la vergine dalle corna bovine, costretta a peregrinare senza fine per sfuggirealla furiosa gelosia di Era, moglie di Zeus, chiarisce i contorni della vicenda, perché, come rivela Prometeo, sarà un suo discendente a liberare Prometeo.

Ermes, il messaggero di Zeus, prova a farsi rivelare daPrometeo il nome di chi batterà il suo “padrone”, ma senza successo.

La tragedia si chiuse con l’esplosione della rabbia di Zeus: tuoni, fuoco e fulmini di abbattono sulla scena, chiudendo la tragedia.

“Il Prometeo incatenato è un’opera che parla agli spettatori di ogni epoca perché il protagonista incarna l’archetipo dell’eroe che si schiera contro i più forti per difendere i più deboli – sono le parole di Leo Muscato,
alla prima regia al Teatro Greco di Siracusa – .

È un padre disposto a qualunque cosa pur di proteggere un figlio particolarmente fragile.

Quando ho iniziato a studiare questo testo – prosegue Muscato – per immaginarne una messa in scena, mi è stato subito chiaro che avremmo dovuto incatenare Prometeo in un luogo metaforico a una rupe simbolica.

Spingendo il pedale dell’acceleratore sul tema centrale del progresso umano, ho cominciato a immaginare questo luogo come un’area industriale dismessa da così tanto tempo, da essere ormai stata integrata dall’ambiente circostante. Tutto è arido, arrugginito e ogni cosa trasuda abbandono”.

Stasera, 12 maggio, alle 19, debutto per Medea di Euripide con la regia di Federico Tiezzi, nella traduzione
di Massimo Fusillo. A interpretare Medea è Laura Marinoni.

 

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