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Crisi Petrolchimico e Isab, Musumeci e Turano in pressing sul governo nazionale per “scongiurare una catastrofe sociale”

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A serio rischio il futuro di centinaia di imprese e di migliaia e migliaia di lavoratori, tra diretto e indotto

La crisi del Polo petrolchimico siracusano e dell’Isab in particolare al centro di due distinti interventi che il presidente della Regione Musumeci e l’assessore regionale alle Attività produttive, Turano hanno indirizzato rispettivamente al presidente del consiglio, Draghi e al ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti.

“Sulla Raffineria Isab dell’area industriale di Siracusa serve chiarezza – intima Musumeci – Il governo Draghi ci dica finalmente cosa intende fare del più importante polo energetico dell’Isola a seguito del paventato rischio di chiusura della Raffineria di Priolo, in applicazione delle sanzioni alla Russia, visto che quel Paese fornisce la totalità del petrolio lavorato.

Ogni scelta che il governo nazionale vorrà adottare – aggiunge il governatore siciliano – non può prescindere da una serena e attenta valutazione degli effetti che ne deriverebbero, in termini economici e sociali. Parliamo di centinaia di imprese e di migliaia e migliaia di lavoratori, tra diretto e indotto.

Chiedo quindi al ministro Giorgetti – aggiunge – di coinvolgere presto la Regione e le rappresentanze datoriali e sociali per un confronto che non porti ancora una volta l’Isola a pagare un costo non più sostenibile”.

Sempre oggi l’assessore Turano si è rivolto al ministro Giorgetti chiedendogli di occuparsi personalmente della situazione del Petrolchimico di Siracusa e del riconoscimento dell’area di crisi complessa.

Nella nota indirizzata al Mise l’assessore Turano, oltre a chiedere al ministro Giorgetti di affrontare personalmente il dossier, sottolinea che “la guerra in Ucraina e l’inasprimento delle sanzioni alla Russia rischiano di determinare serie ripercussioni su alcune grandi imprese che operano nel territorio siracusano compromettendo il futuro dell’intero petrolchimico siracusano.

“Si tratta – spiega l’assessore – di scongiurare un vero e proprio disastro sociale ed economico per la Sicilia”.

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