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Crisi del Polo industriale, imprese e sindacati fanno fronte comune

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Chiesta l’apertura urgente di un tavolo di confronto permanente con il Governo

Un fronte comune tra imprese e lavoratori per affrontare la crisi del Polo Industriale di Siracusa.

E’ stato siglato un protocollo che porta le firme di Confindustria Sicilia e delle tre organizzazioni sindacali regionali Cgil Cisl e Uil e che affronta il tema della della transizione a sostegno dello sviluppo economico nel territorio e l’impegno a sollecitare il Governo sui rischi di desertificazione industriale nel polo siracusano.

Da qui la richiesta di un’apertura urgente di un tavolo di confronto.

L’accordo era scaturito da un incontro al quale erano presenti il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese, il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, i rappresentanti dei sindacati provinciali e regionali di Cgil, Cisl Uil con i loro responsabili del comparto chimico regionale e locale.

Alla riunione preparatoria erano presenti anche il vice presidente di Confindustria Siracusa con delega alle relazioni industriali Claudio Geraci e i rappresentanti delle aziende del polo industriale Isab-Lukoil, Sonatrach, Sasol, Air liquide, Versalis-Eni, Erg Power.

“Siamo davanti ad una seria presa di coscienza – dichiara Albanese – di intervenire salvare un pezzo di Paese che ha bisogno di aiuto per raggiungere l’obiettivo legato alla sfida della transizione energetica”.

“In attesa di una politica energetica che affronti concretamente il tema della transizione – ha detto Bivona – occorre incentivare le imprese e i loro progetti di investimento e ciò verrà chiesto al Governo e al presidente Draghi”.

“Condividiamo gli obiettivi – hanno detto i rappresentanti sindacali – e sosteniamo le aziende per le ricadute per i lavoratori e la società tutta.

Occorre subito aprire un tavolo di confronto permanente con il Governo con l’obiettivo di difendere le nostre aziende per accompagnarle verso la transizione energetica con gli investimenti programmati e salvaguardare i lavoratori e l’intera economia provinciale”.

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