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Concerti al Teatro greco, la voce degli archeologi: “Siano ospitati in un altro sito. Monumento fragile”

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La consulta universitaria per l’Archeologia del Mondo classico ha inviato un documento- appello al ministro della Cultura, al presidente della Regione, all’assessore regionale ai Beni culturali e al sindaco di Siracusa

I professori universitari di archeologia si uniscono alle voci di preoccupazione e di allarme riguardanti il prolungamento di spettacoli al Teatro greco di Siracusa con la programmazione di 14 concerti pop.

La consulta universitaria per l’Archeologia del Mondo classico ha inviato un documento- appello al ministro della Cultura, al presidente della Regione, all’assessore regionale ai Beni culturali e al sindaco di Siracusa.

“Non occorre sottolineare – si legge nel documento – il valore storico-archeologico straordinario del Teatro del colle Temenite protetto dall’Unesco, quale patrimonio dell’umanità e allo stesso tempo l’importanza identitaria per la città di Siracusa delle rappresentazioni classiche che da oltre un secolo vi si tengono”.

La Consulta, facendo riferimento al Codice dei Beni Culturali, articolo 20, vuole porre l’attenzione sull’unicità. del monumento “interamente scavato nella roccia e quindi originale in ogni sua parte, perciò non paragonabile in alcun modo ad altri edifici teatrali o anfiteatrali utilizzati con frequenza anche per spettacoli, non immediatamente attinenti il loro carattere storico circostanza”.

Un fatto questo che secondo i cattedratici “impone ancora maggiore cautela e responsabilità nel suo uso”.

Ma l’attenzione degli archeologic si punta soprattutto sulle fragilità del monumento: “Versa in uno stato di lapalissiano degrado, dovuto al concorrere di più fattori: la spoliazione subita nei secoli passati, gli inevitabili fenomeni erosivi naturali aggravati dall’inquinamento atmosferico, il ripetuto montaggio e smontaggio degli apparati e degli impianti tecnici delle impalcature lignee che esercitano pressioni puntuali sulla superficie del teatro, azione antropica che contribuisce ad accelerare l’erosione cui la roccia è sottoposta.

La progressiva perdita della morfologia originale del teatro – sentenziano gli archeologi -non può che essere incrementata dal uso intensivo e prolungato del monumento come contenitore per spettacoli.

Non sorprende infatti che sino ad oggi in oltre cento anni di attività teatrale- insistono – le autorità preposte alla tutela del monumento abbiano autorizzato solo episodicamente eventi collaterali alla rappresentazioni classcihe”.

Da qui l’appello perché “l’iter per il rilascio dell’autorizzazione agli spettacoli tenga conto delle competenze specifiche delle figure professionali deputate al rilascio dei pareri nella rigorosa osservanza del complesso di norme che regolano la tutela dei beni culturali e in particolare degli edifici teatrali antich”.

Infine l’auspicio che “gli spettacoli supplementari possono essere ospitati in altro sito è che conclusa la stagione delle rappresentazioni classiche il teatro possa tornare al suo ruolo primario di monumento nazionale di patrimonio dell’umanità”.

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