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Concerti al Teatro greco, Baio e Blancato: ” Si rendano pubbliche le relazioni che attestano l’assenza di danni al monumento”

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“La prevendita dei biglietti – sostengono – è stata una scelta avventata e non può essere usata come mezzo di pressione per disporre del teatro”

Non si allenta l’attenzione sulla querelle dei concerti pop al Teatro greco di Siracusa e dopo la conferenza stampa del sindaco Italia e dell’assessore alla Cultura, Granata, l’attenzione si punta sulle relazione che attesterebbero l’assenza di criticità nella cavea antica. Baio e Blancato chiedono che siano rese pubbliche.

“Per una singolare coincidenza,  il sindaco Italia ha tenuto la conferenza stampa per ribadire la decisione di fare gli spettacoli al Teatro greco proprio nel giorno in cui fonti dell’assessorato regionale ai Beni culturali facevano sapere attraverso il gionale La Sicilia di volerli dirottare altrove.

A parte questo aspetto, che forse non è casuale, le sue  dichiarazioni  poggiano essenzialmente sulla relazione di imprecisati archeologi  i quali attesterebbero che dalla comparazione delle operazioni di allestimento e smontaggio delle attrezzature di legno che rivestono la cavea non emergerebbe alcun danno  al monumento.

Sarebbe opportuno che il  sindaco  rendesse pubbliche le relazioni degli archeologi per far conoscere all’opinione pubblica le modalità con cui essi hanno verificato lo stato della cavea prima e dopo gli spettacoli, le strumentazioni di  indagine utilizzate e le conclusioni cui sono pervenuti.

Non escludiamo, come ha fatto notare l’ex soprintendente ai Beni culturali Beatrice Basile,  che si possa trattare dell’attestazione prevista per lo svincolo della fideiussione prestata da chi organizza gli spettacoli e che si limita a dichiarare, al termine degli stessi,  l’inesistenza di danni visibili al monumento.

Se si tratta di questo, il valore scientifico della relazione, con tutto il rispetto per gli archeologi, non vale granché.

Il sindaco, che usa queste relazioni come la prova che gli spettacoli  non recano alcun pregiuzizio all’integrità del teatro, faccia un atto di trasparenza e le renda pubbliche: se è come dice lui ne prenderemo atto.

Ma siamo pronti a scommettere  che non lo farà perché sa che, come il re della fiaba di Andersen, resterebbe nudo.

A riprova che il suo è un bluff,  facciamo notare che l’assessore regionale ai Beni Culturali, Scarpinato,  ha responsabilmente condiviso la decisione del direttore del Parco archeologico di promuovere “una campagna di indagini” sullo stato di salute del Teatro greco.

Se  avesse ritenuto superfluo lo screening,  Scarpinato avrebbe detto al direttore del Parco archeologico Mamo: scusi direttore, perchè insiste tanto su queste indagini dal  momento che il sindaco va dicendo che esiste una relazione di archeologi che esclude categoricamente che i concerti  causino danni al teatro?

I danni al teatro: è proprio questo il punto. Non noi, ma esperti di chiara fama,  i vertici della Soprintendenza ai Beni culturali e del Parco archeologico hanno esplicitamente parlato di criticità del monumento e di  sua fragilità.

Ora, se il sindaco vuole destituire di fondamento queste affermazioni, libero di farlo, ma liberi noi di pensare che chiunque altro al posto suo avrebbe detto: questo è patrimonio dell’umanità ed io non permetterò che sia esposto al rischio di danneggiamento.

Ma evidentemente  Francesco Italia preferisce passare per il  difensore strenuo  degli spettacoli piuttosto che per il custode intransigente del nostro patrimonio monumentale.

Nessuno prima di lui aveva osato fare del Teatro Greco un contenitore smisurato di musica pop e rock. (Tra parentesi noi non siamo contrari agli spettacoli, siamo contrari, nelle condizioni date, agli spettacoli al Teatro greco).

E’ vero che la commissione Anfiteatro Sicilia ha autorizzato il calendario degli spettacoli ed è pure  vero che l’assessore ai Beni culturali e  quello al Turismo e agli Spettacoli lo hanno a loro volta approvato con proprio decreto, ma il sindaco Italia e  l’organizzatore degli spettacoli non possono ignorare che manca l’atto autorizzatorio finale che è di competenza del Parco archeologico e che ad oggi il teatro non è nella loro  disponibilità.

La prevendita dei biglietti  è stata una scelta avventata e non può essere usata come mezzo di pressione per disporre del teatro.

Si dice che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: non vorremmo che l’opzione Ara di Ierone all’ultimo momento dovesse risultare impraticabile e si ritornasse a proporre il Temenite.

Confidiamo nel senso di responsabilità fin qui dimostrato dall’assessore Scarpinato”.

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