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“Capitale Italiana della Cultura 2024”: Siracusa non ce l’ha fatta. Le reazioni

"Capitale Italiana della Cultura 2024": Siracusa non ce l'ha fatta. Le reazioni

Le critiche rivolte all’amministrazione comunale

Siracusa non ce l’ha fatta a conquistare il titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2024”.

Reazioni critiche in città: “L’ennesimo fallimento per Siracusa e per i siracusani – commenta  Samanta Ponzio, presidente del Circolo Fratelli d’Italia di Siracusa Atreju – non eravamo pronti ad affrontare  un contest così importante.

Siracusa versa in una grave situazione di vivibilità, non esiste una strada decente, non esiste pulizia, non esiste mantenimento dei beni storici minori, non esistono servizi adeguati per i cittadini e per i turisti e non si può circoscrivere solo su Ortigia, manca proprio la gestione da parte di chi ci amministra.

Non basta un logo innovativo, un video sottosopra o qualche progetto culturale per passare concorsi così importanti – continua Ponzio – Cultura è anche partecipazione, comunicazione, non è solo storia, ma come attraverso questa siamo riusciti a farla crescere in economia, in turismo, in abitabilità, in rapporti tra enti e cittadini per progetti comuni.

A noi dispiace, ma andiamo avanti auspicando che questa amministrazione pensi più ai problemi seri e reali in cui la nostra città purtroppo versa da molti anni”.

Estremamente critico il pensiero di Siracusa attiva in movimento: “Questa giunta e questo sindaco non hanno colpa alcuna sulla sconfitta a questo concorso. Sono scadenti ed avulsi dalla città vera da anni ma hanno fatto il loro sforzo massimo per vincere questa competizione spendendo anche soldi dei contribuenti per promuovere la città.

Il punto vero -aggiunge – è che forse questa città non meritava un simile premio. Lo meritava la sua storia ed i suoi monumenti non certo chi lascia l’attuale Siracusa relegata alle ultime posizioni delle classifiche nazionali in tutti i settori, e non ci riferiamo solo a chi ci governa purtroppo.

Centinaia di questioni irrisolte attendono questa città al varco: impianti idrici, infrastrutture, Talete, waterfront, assenza di un piano per i disabili cittadino, servizi scolastici e di trasporto, mobilità extraurbana, servizi nelle periferie, ospedale, microdiscariche ovunque, pavimentazioni stradali indegne di un paese civile.

Impariamo anche da questa sonora lezione – conclude – a distinguere cosa sia la Cultura. Quella del rispetto del cittadino, del turista, del disabile, del commerciante, del pedone, del ciclista, del naturalista, dei bambini, delle mamme lavoratrici, dei nonni”.

“Peccato – dichiara Carlo Auteri, imprenditore, organizzatore, direttore artistico e di produzione nel settore del Teatro – Pesaro sarà la Capitale italiana della cultura nel 2024 nonostante Siracusa avesse tutte le carte in regola per sfidare qualsiasi città italiana.

Pesaro – spiega –  è riuscita a coinvolgere tutta la regione con sponsor importanti come Gianni Letta, in video Valentino Rossi ma anche tanti altri personaggi.

Siracusa invece – aggiunge – si è dimostrata austera e autoreferenziale nelle personalità coinvolte, forse così come doveva essere o come si è sentita di fare, ma non ha convinto la giuria.

Perché non si è pensato – domanda  -di rendere agibile il teatro comunale, mettendolo in condizione di ospitare un evento importante come l’audizione con il ministero coinvolgendo tutte le attività culturali della città”.

“Algoritmi e un complesso di operazioni aritmetiche hanno negato alla splendida Siracusa di divenire Capitale italiana della cultura 2024″.

A pensarla così è Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa e vicepresidente nazionale di Assohotel: “Un’occasione mancata? Certo che sì. Se la nostra città – aggiunge – avesse riportato la vittoria, sicuramente meritatissima, adesso saremmo qui a gioire e festeggiare.

“Estraniamoci dalla soggettiva e sbagliata convinzione che il titolo di Capitale della cultura non avrebbe creato maggiori flussi turistici. Avevamo avvisato le istituzioni cittadine di stare attenti alle affermazioni di tutti. E i componenti della commissione – conclude – hanno avuto buon gioco ad ammettere che se la cultura non crea turismo, qual è il senso di dare vincente Siracusa”.

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