Nel libro l’attrice si mette a nudo, parlando del rapporto intenso ed estremamente formativo con la madre
Spettacolo nello spettacolo ieri al Teatro comunale di Siracusa in occasione della presentazione del libro “Frammenti di memoria” dell’attrice americana Whoopy Goldberg.
Un’autobiografia in cui l’attrice si mette a nudo, parlando del rapporto intenso ed estremamente formativo con la madre e degli insegnamenti che ne hanno fatto la donna e l’artista che è oggi.
In mezzo ai tanti episodi raccontati durante la conversaizone con il sindaco Francesco Italia, l’attrice, tra le pochissime ad aver conquistato tutti e quattro i principali premi dell’intrattenimento americano (Emmy, Grammy, Oscar e Tony), ha parlato anche del suo rapporto con Siracusa e Ortigia, che ha detto di sentire come “casa”.
“Prima vivevo in Sardegna – ha detto – ma lì tutto chiude presto, anche a Natale. A Siracusa anche a sera tardi c’è gente in giro che vive piazza Duomo; c’è un’atmosfera vivace, le persone sono accoglienti e gentili. Ho trovato tanti amici pazzerelli e ho capito che dovevo stare qua”.
Non è mancato un momento di commozione quando dalla platea è arrivato un ringraziamento inaspettato per essere stata di aiuto ad una signora con i suoi film nei momenti più difficili.
Whoopy, così vuole essere chiamata, si è alzata ed è andata ad abbracciare la donna visibilemnte emozionata.
E allora è apparsa nitida agli occhi di tutti la star del cinema americano che non ti aspetti: disponibile, vicina e accogliente.
Poi il firmacopie con lunghe file per avere una dedica sul libro e una foto insieme.
“I siracusani hanno adottato Whoopi – ha detto al termine il sindaco, Francesco Italia – Ieri sera, al Teatro comunale si è creato un contatto magico, dovuto certamente alla grandezza del personaggio ma anche alla semplicità e all’empatia che l’artista riesce a trasmettere. Siamo felici del fatto che Whoopi definisca Siracusa “casa mia”, delle parole usate verso i siracusani e siamo ammirati dal suo stile composto e sobrio, di donna consapevole che non trasforma la notorietà in arroganza.
Ci piacerebbe averla più spesso tra noi e – conclude – saremmo orgogliosi di considerarla una nostra concittadina”.
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