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festa dei lavoratori

1 maggio 2023: per Cgil, Cisl e Uil “Un nuovo modello di sviluppo economico e sociale integrato è possibile”

1 maggio

Sotto accusa “modelli irrazionali ed umilianti di flessibilità lavorativa, ricatto occupazionale, illegalità”

Oggi si celebra l’1 maggio, la festa dei lavoratori, in cui si ricorda lo sciopero del 1886 davanti una fabbrica di Chicago. Durante gli scontri morirono manifestanti e poliziotti con i primi che chiedevano condizioni lavorative più umane.

Alle proteste seguì la condanna a morte di 8 lavoratori.

Da allora l’1 maggio è diventato un simbolo di lotta per i dirirtti oltre che un momento di riflessione e come sempre c’è l’intervento del sindacato unitario.

“Ci troviamo in una fase di crisi politica, economica e sociale, inedita e complessa – si legge in una nota a firma dei segretarri generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Alosi, Carasi e Lionti – per la quale riscoprire il valore del Lavoro quale elemento fondante della Carta Costituzionale e quindi fonte di rigenerazione della stessa società, impatta profondamente con noi e con la nostra comunità.

Attorno al Lavoro si può organizzare una lettura unitaria della crisi sociale in atto mettendo le mani nella sua materialità, nella capacità di ripartire dal concreto, dalla reale sofferenza del mondo del lavoro, sapendo che la stagnazione civile ed economica corrode anche da noi le istituzioni, apre scenari pericolosi e tiene in apnea un intero
territorio.

Per questo serve che la Politica, nel senso alto del termine, torni in campo e sieda a capotavola.

Quello che va ricostruito oggi nel nostro territorio è un’azione comune su pochi capitoli chiari: come creare lavoro, cosa significa green new deal, come si rilancia la conoscenza, come si ricostruiscono politiche industriali credibili nell’era dell’inclusione digitale e della riconversione energetica.

Perché nessuna democrazia regge a lungo se l’economia ristagna e la povertà aumenta.

Da troppo tempo modelli irrazionali ed umilianti di flessibilità lavorativa, ricatto occupazionale, illegalità hanno pregiudicato nella nostra comunità il senso del Lavoro, il rapporto tra il Lavoro e la vita di ciascuno, hanno
intorbidito i meccanismi contrattuali.

Un flusso inarrestabile di appalti e subappalti, finanche in ambito pubblico, di delocalizzazioni, di affidamenti esterni non governati, di lavoro povero e di scarsa qualità, di precarietà sempre più spinta e compressa nei costi e nei diritti, hanno prodotto un mondo del lavoro frammentato e diviso e una diseguaglianzadi reddito e di tutele inaccettabile.

La fragilità sociale, acuitasi pesantemente negli ultimi anni, è stata terreno fertile per una crisi più profonda del sistema di partecipazione democratica che rischia di corrodere finanche la dimensione della solidarietà tra lavoratori
e cittadini, elemento fondamentale per qualsiasi azione collettiva e nesso necessario per assumere le scelte cruciali che riguardano il nostro territorio.

Oggi abbiamo le risorse per cambiare, per sanare vecchie storture e ingiustizie, per aprire un nuovo umanesimo sociale fatto di giustizia, di lotta alle diseguaglianze, di dignità del lavoro, di democrazia economica, solo così riusciremo a costruire un vero ecosistema socialmente e produttivamente sostenibile.

Un nuovo modello di sviluppo economico e sociale integrato in cui turismo, servizi pubblici, sanità, scuola e territorio, trasporti, produzione industriale, agricoltura, siano sinergicamente interconnessi e funzionali al rilancio del territorio è possibile e praticabile.

Facciamolo. Non è questo il momento di ritirarsi a coltivare il proprio orticello sia esso elettorale, imprenditoriale o di piccolo cabotaggio.

Serve, piuttosto, fare tutti un passo avanti con coraggio e determinazione.

Il territorio – concludono – haintelligenza e competenza per vincere questa sfida. Lo dobbiamo a noi stessi e alle
generazioni future e non sciupiamo un’occasione irripetibile”.

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