Inoltre si sta lavorando alla creazione di una filiera AgriHub per l’industria bio
“Il piano di riconversione dell’impianto Eni Versalis a Priolo è più avanzato del previsto, con il completamento della bioraffineria anticipato da maggio 2029 a dicembre 2028.”
Lo riferisce il deputato regionale, Giuseppe Carta al termine di un incontro all’Assessorato regionale alle Attività Produttive di Palermo alla presenza dei vertici di Eni Versalis, tra cui l’amministratore delegato Ricci e il presidente Poidomani, dell’assessore regionale Tamajo, dei sindaci dell’area industriale, dei rappresentanti del Libero Consorzio di Siracusa, dei sindacati del comparto chimico e delle associazioni di categoria del settore agricolo.
“Abbiamo discusso dell’avanzamento delle procedure di riconversione ambientale dei siti industriali di Priolo e Ragusa, della creazione di una filiera AgriHub per l’industria bio e delle garanzie occupazionali per i lavoratori diretti e dell’indotto.
“Parallelamente – aggiunge Carta – stiamo lavorando per creare una filiera che veda Siracusa come capofila nella produzione di vegetazione compatibile con la bioraffineria, per la produzione di bio-jet e biodiesel.
“Con oltre 1 miliardo di euro di investimenti, puntiamo a ottenere zero emissioni di CO₂ e un impatto ambientale nullo”: ha dichiarato l’assessore Tamajo.
L’assessore ha programmato un aggiornamento del confronto tra un mese, momento in cui si aspettano risposte e garanzie sulle fasi successive di costruzione e demolizione dei siti di Priolo e Melilli, oltre a strategie per creare un indotto agricolo che possa supportare anche altri settori produttivi della Sicilia.
“L’azienda – spiega il segretario provinciale della Cgil, Franco Nardi – ha precisato che è previsto il coinvolgimento di aziende siciliane a partire dal piano di dismissione e fino al piano di costruzione, con l’avvio di una mappatura su invio schede di ricognizione delle competenze, rappresentando la disponibilità al supporto per la formazione delle specializzazioni necessarie con eventuale supporto anche di natura economica.
Come Cgil, insieme alla Filctem e alla Fiom – conclude Nardi – abbiamo rappresentato la necessità di avere contezza delle forze lavoro impiegate rispetto alle singole fasi del cronoprogramma, dalle fasi di dismissione a quella della costruzione al completamento; abbiamo anche proposto un focus specifico per l’indotto con un apposito tavolo”.
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