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all'assessorato regionale

Stoccaggio di rifiuti pericolosi al porto di Augusta: richiesta di revoca del decreto di autorizzazione

stoccaggio

E’ stata avanzata dal coordinamento Salvare Augusta

Revocare in autotutela il decreto con il quale lo scorso 12 giugno è stata autorizzata la realizzazione al porto commerciale di Augusta uno stoccaggio di rifiuti speciali e pericolosi.

A chiederlo all’Assessorato Regionale Acqua e Rifiuti è coordinamento Salvare Augusta.

La richiesta di revoca era stata preannunciata da Legambiente all’ Assessore Colianni, al presidente, Carta, ai componenti della IV Commissione Ambiente e a tutte le istituzioni (sindaci, Arpa, Asp) presenti alla
seduta della Commissione tenutasi ad Augusta il 24 luglio per esaminare i vari aspetti e le conseguenze dell’incendio dell’impianto rifiuti Ecomac.

In quell’occasione era stato rilevato come “la Hub Cem Augusta avrebbe una capacità doppia di stoccaggio rifiuti in contemporanea e una tripla potenzialità annua rispetto alla Ecomac ed era stata sottolineata l’inopportunità e il rischio di collocare l’impianto in prossimità delle alle altre merci movimentante in banchina e a breve distanza dal centro abitato”.

Queste le ragioni del dissenso di Salvare Augusta:

“L’area destinata alla realizzazione dell’impianto – evidenzia Salvare Augusta – dista circa 600 metri dal perimetro del centro abitato di Augusta mentre in base al Piano regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia la distanza minima dovrebbe essere di 3 km.

L’impianto verrebbe realizzato a meno di 300 metri dal perimetro della ZSC-ZPS delle Saline di Augusta, pertanto in contrasto con quanto prescritto dal suddetto Piano di gestione dei rifiuti speciali.

Il progetto d’impianto dovrebbe essere preventivamente sottoposto alle procedure di Valutazione d’Incidenza e espletare la Verifica di Assoggettabilità o di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA):

L’area di intervento è soggetta a vincolo di tutela 1 dal Piano paesaggistico Ne discende che l’impianto andrebbe preventivamente autorizzato dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Siracusa;

Sul progetto mancano i pareri di Asp, del Comune di Augusta e di Arpa Sicilia mentre l’operatività dell’istituto del silenzio-assenso è categoricamente esclusa per tutti gli atti e procedimenti riguardanti l’ambiente, la tutela dal rischio idrogeologico, la salute e la pubblica incolumità, ai casi in cui la normativa dell’Unione europea impone l’adozione
di provvedimenti amministrativi espressi, ai casi in cui la legge qualifica il silenzio dell’amministrazione come rigetto dell’istanza.”

“I cittadini – conclude il coordinamento – chiedono vera sicurezza, concreto depotenziamento dei rischi, effettiva tutela della salute e dell’ambiente e non si possono imporre loro ulteriori impianti a rischio e ad alto impatto”.

Da qui la richiesta rivolta a tutte le amministrazioni coinvolte (Prefetto, sindaci, presidente provincia, assessori regionali, Asp e Arpa)ad impegnarsi in questa direzione.

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