Chiedono al Parlamento e al Governo di riconoscere un diritto fin qui negato
Disegno di legge per il riconoscimento dei rimborsi fiscali non ancora riconosciuti a cittadini delle province di Catania, Siracusa e Ragusa, colpite dal terremoto del dicembre 1990
“Siamo riusciti – affermano – a far completare i rimborsi ai richiedenti e stiamo sollecitando a risolvere le posizioni di chi, pur avendo fatto istanza, non ha ancora ricevuto il dovuto.
Allo stesso tempo con questa nuova legge vogliamo rimettere tutti i cittadini sullo stesso piano, ribadendo un diritto al rimborso che non si estingue. Nella nostra proposta di legge, lo Stato deve restituire a tutti i cittadini quando da essi versato indebitamente, inclusi coloro che non hanno fatto istanza nei termini, a causa di una comunicazione insufficiente o erronea” .
Il disegno di legge Nicita-Scerra prevede il rimborso automatico per i cittadini aventi diritto, attraverso un credito d’imposta in cinque rate annuali; il rimborso diretto in denaro per chi non ha redditi imponibili o è in condizioni economiche fragili; la proroga del tavolo tecnico istituito presso il MEF per monitorare e rendere pubblici i dati sui rimborsi e gli aventi diritto.
La proposta prevede, infine, una copertura finanziaria da 1 miliardo di euro spalmata tra il 2026 e il 2030, senza nuovi oneri strutturali per lo Stato, a valere sulle risorse già stanziate nei capitoli di bilancio relativi ai rimborsi e alle compensazioni fiscali iscritti nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze e delle Agenzie fiscali, destinati al rimborso di imposte e crediti tributari.
“Dopo trent’anni di promesse e rinvii, è tempo di chiudere questa pagina vergognosa di disuguaglianza fiscale – aggiungono i parlamentari siracusanii – questo disegno di legge non è un favore: è un atto dovuto verso i cittadini che hanno pagato fino all’ultimo centesimo le loro tasse anche dopo la tragedia del ’90”.
Sull’iniziativa interviene il deputato regionale della Dc Carlo Auteri: “È giusto che su questo tema si torni a fare pressione e che il Parlamento lo affronti con decisione”.
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