Gli interventi dell’assessore regionale, Messina, del deputato regionale, Spada e del capogruppo di Insieme, Scimonelli
Diventa un caso la scelta di Siracusa quale sede di prove concorsuali organizzate dal Formez in Sicilia per alcune amministrazioni pubbliche.
A scatenare le polemiche l’interrogazione urgente presentata dalla deputata del Pd, Valentina Chinnici: “Attualmente, per la Sicilia è spesso prevista una sola sede a Siracusa. Chiediamo alla Regione di farsi promotrice di una soluzione più ragionevole: individuare una sede facilmente raggiungibile anche per i candidati della Sicilia Occidentale, come Palermo o Trapani, affiancandola a quella di Siracusa per la Sicilia Orientale”.
Pronta la replica dell’assessore alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica, Andrea Messina: “Il governo regionale è attento a garantire il rispetto dei principi di equità territoriale e di pari opportunità per tutti i candidati ai concorsi pubblici, in modo da assicurare pari condizioni di partecipazione ai cittadini di tutte le province e da distribuire in modo equilibrato le sedi concorsuali sul territorio.
A riprova di ciò – conclude – gli attuali concorsi banditi dalla Regione, in programma dal 12 al 14 novembre prossimi, si svolgeranno nel Palermitano”.
Voci di protesta si sono levate da Siracusa: il deputato regionale, dello stesso partito della Chinnici, Tiziano Spada ha dichiarato: “I concorsi a Siracusa, sono un’occasione per il territorio. Palermo resta centrale in Sicilia, e nessuno vuole mettere in discussione il suo valore dal punto di vista infrastrutturale, ma bisogna anche rendersi conto delle esigenze dei cittadini delle altre province.
Chi proviene da Ragusa e da Siracusa è obbligato a impiegare diverse ore per raggiungere il capoluogo, considerando lo stato di degrado in cui versano le principali arterie regionali. Chiunque si schiererà contro il nostro territorio ci troverà pronti a difenderlo”.
Arriva anche la replica di Ivan Scimonelli,capogruppo Consiliare Lista Civica “Insieme: ”Strano: quando tutto si fa a Palermo va bene, ma se una volta tocca a Siracusa diventa un “caso politico.
Forse dà fastidio che finalmente qualcosa si organizzi in una città efficiente, accogliente e capace di gestire eventi pubblici senza caos e passerelle. Siracusa non chiede favori: chiede solo rispetto e di non essere trattata come una provincia di serie B.
Siracusa – conclude – ha accolto migliaia di candidati, generando un indotto importante per alberghi, ristoranti, trasporti e servizi locali. Un ritorno economico e d’immagine che ha valorizzato l’intera città e dimostrato, ancora una volta, che qui la macchina organizzativa funziona”.
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