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Rifiuti e verde pubblico: il “Modello Messina come esempio virtuoso nel Centro-Sud”

rifiuti

Illustrato il percorso compiuto dal 2018 ad oggi

Presentati oggi a a Palazzo Zanca i risultati della gestione dei rifiuti e del verde pubblico a Messina dal 2018 a oggi e riconosciuto a livello nazionale come “Modello Messina” per il Centro-Sud, e inserito a pieno titolo nel quadro strategico “Messina 2027/2032 – Il futuro inizia oggi”.

Presenti il sindaco Federico Basile, l’on. Cateno De Luca, la presidente di Messinaservizi Bene Comune Maria Grazia Interdonato, l’on. Pippo Lombardo, l’assessore Massimiliano Minutoli e l’avvocata Chiara Sterrantino.

È stata inoltre ufficializzata una nuova adesione al progetto di Buona Amministrazione, con l’ingresso dell’avvocata Chiara Sterrantino nel percorso politico-amministrativo a sostegno del sindaco Basile.

“Siamo partiti da una città allo sbando, soprattutto sul fronte dell’igiene urbana, e oggi Messina è un modello virtuoso per tutto il Mezzogiorno e, in molti casi, anche rispetto a realtà del Nord Italia”.

Il sindaco ha sottolineato come la scelta del porta a porta e la riorganizzazione della società partecipata abbiano prodotto un risultato non solo ambientale ma anche economico: “L’intervento su Messinaservizi Bene Comune non è stato solo raccolta differenziata, ma ciclo integrato dei rifiuti, verde, impiantistica e qualità degli spazi urbani.

Nonostante un sistema regionale di impianti praticamente fermo e costi di discarica altissimi, dal 2024 la Tari a Messina è diminuita del 33%”.

La presidente di Messinaservizi Bene Comune, Maria Grazia Interdonato, ha ripercorso il passaggio da MessinAmbiente alla nuova società e il cambio radicale di impianto organizzativo: “Quando siamo arrivati, Messina era conosciuta come la città delle baracche e della monnezza. Il sistema era basato per oltre il 90% su cassonetti per l’indifferenziato e una raccolta differenziata reale ferma all’8%”..

Interdonato ha ricordato la situazione debitoria e gestionale ereditata: “MessinAmbiente aveva oltre 80 milioni di euro di debiti, scioperi continui, stipendi e contributi non pagati, tonnellate di rifiuti in strada. Messinaservizi, all’inizio, era una scatola vuota: nessun mezzo proprio, nessuna gara avviata, un contratto di usufrutto che ribaltava costi e problemi dalla vecchia società. Da lì è iniziato un lavoro enorme di ricostruzione”.

Oggi il quadro è completamente diverso: “Siamo passati dall’8% al 61,65% di raccolta differenziata (dato medio a ottobre 2025), abbiamo assunto oltre 300 persone, strutturato nuovi servizi, preso in carico anche la gestione del verde pubblico, che prima era solo oggetto di appalti a spezzatino.

Oggi Messina è osservata a livello nazionale: siedo nella giunta esecutiva di Utilitalia e posso dire che il “modello Messina” è diventato un riferimento concreto per il Centro-Sud, in una Sicilia che ancora non dispone degli impianti necessari a chiudere il ciclo dei rifiuti”.

L’on. Pippo Lombardo, già presidente e direttore generale facente funzioni di Messinaservizi, ha ricordato le difficoltà iniziali e il valore politico-amministrativo del risultato: “Quando siamo partiti, insieme al consiglio di amministrazione e al management, pochi credevano che questa scommessa potesse riuscire. Non solo in pochi ci hanno creduto, ma abbiamo anche trovato chi ostacolava apertamente quel percorso”.

Lombardo ha spiegato il peso economico del cambio di modello: “I numeri di Messinaservizi, in termini di minore conferimento in discarica, significano circa 50 milioni di euro risparmiati, cioè l’equivalente di 100 miliardi delle vecchie lire tolti dalle tasche delle lobby delle discariche private siciliane. È chiaro che un risultato del genere dà fastidio”.

Un risultato oggi riconosciuto a livello istituzionale: “La Corte dei Conti, con la delibera n. 257, ha messo nero su bianco che Messina è un modello, mentre Palermo e Catania sono la palla al piede del ciclo dei rifiuti in Sicilia. Se Palermo e Catania avessero i livelli di differenziata raggiunti da Messina, la Sicilia sarebbe già dentro i parametri di legge, oltre il 65% di raccolta differenziata.

L’assessore Massimiliano Minutoli ha messo a fuoco il percorso parallelo compiuto sul verde pubblico: “Nel 2018 ci siamo trovati davanti a una situazione di rischio reale. Uno dei primi episodi fu il crollo di un albero in via Tommaso Cannizzaro, davanti al Tribunale. Da lì la Giunta De Luca emanò l’ordinanza contingibile e urgente n. 124/2018, con cui stanziammo subito risorse per mettere in sicurezza le alberature più pericolose».

Minutoli ha ricordato la condizione di degrado delle aree verdi: “Avevamo ville che non erano ville: basti pensare a Villa Dante, al Parco Aldo Moro, alla Villa Sabin. Non esisteva un vero piano di gestione, né un censimento completo delle essenze. Siamo partiti da 300 mila euro l’anno per il verde, cifra ridicola per una città metropolitana, e oggi abbiamo un contratto di servizio con Messinaservizi che vale circa 6 milioni di euro l’anno, includendo non solo potature e scerbature, ma anche messa in sicurezza e arredo urbano”.

“Dal 2021 in poi abbiamo un unico interlocutore per tutto il verde pubblico: questo ha permesso programmazione, controlli e interventi coordinati anche nei villaggi e nelle periferie, dove c’erano essenze piantumate in contesti urbani non idonei e ormai senescenti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

Cateno De Luca ha inserito l’esperienza di Messinaservizi e del verde nel quadro più ampio della strategia cittadina e regionale: “Quando ci siamo insediati abbiamo gestito un anno di pura emergenza, con una società di fatto bloccata e un sistema al collasso. Abbiamo avuto il coraggio di cambiare management, di rompere una logica gestionale fallimentare e di ripartire da zero, con una visione chiara: porta a porta, società strutturata e sinergia tra rifiuti, verde, spazi urbani”.

De Luca ha evidenziato la prospettiva del ciclo chiuso: “Non parliamo solo di raccolta: parliamo di impiantistica. Abbiamo fatto battaglie in Parlamento per finanziare gli impianti di Mili e Pace, e stiamo lavorando per un ulteriore impianto di trattamento meccanico, per un valore tra i 30 e i 40 milioni di euro. Siamo ormai in dirittura d’arrivo con un nuovo finanziamento del Conai, pari a circa 5–6 milioni di euro. Per anni queste risorse sono rimaste bloccate perché Palermo e Catania non raggiungevano gli standard necessari per poterle utilizzare. A un certo punto abbiamo detto basta: non era possibile che Messina restasse ferma per responsabilità altrui.

È stato quindi disposto lo stralcio per Messina, così da poter procedere autonomamente. Queste risorse ci serviranno per alzare ulteriormente il livello di innovazione e qualità del sistema di raccolta dei rifiuti.”

Sul piano politico-amministrativo, De Luca ha collegato il modello Messina alla visione più ampia per la Sicilia: “Se il lavoro fatto a Messina fosse stato fatto in tutti i territori, oggi non avremmo bisogno di due grandi impianti dimensionati sull’emergenza.

Siamo orgogliosi del cammino che la Messinaservizi Bene Comune e l’amministrazione hanno fatto fin qui. Oggi la città di Messina è a tutti gli effetti un modello. Con le infrastrutture già realizzate e quelle in corso di attuazione, Messina può legittimamente aspirare a diventare la vera punta di diamante del sistema Sicilia.”

Nel corso dell’incontro è stata ufficializzata la nuova adesione al progetto di Buona Amministrazione a sostegno del sindaco Basile e del percorso “Messina 2027/2032 – Il futuro inizia oggi”: l’avvocata Chiara Sterrantino, già vicepresidente del Consorzio Autostrade, entra nel progetto politico.

“Ho scelto di fermarmi per qualche anno quando è finita la mia precedente esperienza – ha spiegato Sterrantino – ho deciso di rimettermi in gioco solo nel momento in cui ho riconosciuto in questa amministrazione grande qualità, grande capacità e risultati concreti sotto gli occhi di tutti”.

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