Per l’ex assessore del Comune di Siracusa bisogna “ripartire da un approccio integrato del sertvizio idrico”
Reflui, porto Grande e Ias sono i temi del momento a Siracusa con diverse prese di posizione. Tra queste quella di Carlo Gradenigo ex assessore del Comune di Siracusa che si dice “basito” riguardo l’idea di dismettere un depuratore civile funzionante (Canalicchio) per allacciare i reflui di 3 Comuni “già depurati” ad un altro depuratore non funzionante (Ias) mentre i Comuni privi di depuratore ne costruiscono un terzo ex novo (Augusta).
“Per salvare 50 posti di lavoro del depuratore di Priolo – aggiunge – si rischia di lasciare a casa i colleghi di Canalicchio (Siracusa), impegnando 78 milioni di euro tra Augusta e Priolo, per continuare a gettare gli stessi milioni di metri cubi di acqua in mare.
Il tutto – insiste -mentre l’italiana Eni, i russi della Lukoil, i sudafricani della Sasol e gli indiani della Sonatrach che (come riportaro su L’Espresso da un’inchiesta di Antonio Fraschila) per 40 anni avrebbero rilasciato migliaia di tonnellate di idrocarburi e sostanze inquinanti in atmosfera e in mare proprio attraverso il depuratore Ias, sono liberi di lavarsene le mani, costruendo un quarto depuratore tutto loro aggiungendo al danno anche la beffa, lasciando alla Regione o ai cittadini che pagheranno il servizio idrico, l’onere di sostenere il costo di 50 lavoratori e famiglie che da settembre 2026 non serviranno più”.
Indice puntato contro la politica che – evidenzia Gradenigo – non si occupa del riuso dei reflui in campo agricolo oltre che industriale, ed ignorando tutti i progetti, impianti, fondi e investimenti già previsti dal contratto di gestione Siam e dal Piano D’Ambito, mai rivendicati nonostante siano lì scritti nero su bianco da 4 anni compresi i progetti per rendere l’acqua potabile ed eliminare i reflui dal Porto Grande”.
Da qui l’invito ad uscire dalla retorica per “ripartire da un approccio integrato del sertvizio idrico che non può prescindere dall’ottimizzazione dei tempi e risorse”.
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