L’associazione ambientalista rileva scarsa considerazione dei rischi e ribadisce la richiesta di sicurezza per l’intera zona industriale
Ricorre oggi, 19 maggio, il quarantesimo anniversario dello scoppio dell’Icam(oggi Versalis) che causò morti, feriti e la drammatica fuga delle popolazioni di Augusta, Priolo e Melilli.
“Fu uno dei più rilevanti incidenti registrati nel nostro Paese – ricordani i Circoli di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa di Legambiente – se non per numero di vittime, sicuramente per la magnitudo dell’evento, per la massa di popolazione indotta alla fuga nel timore dell’effetto domino e di una possibile nube tossica, per la quantità di inquinanti rilasciati in atmosfera e, non ultimo, per la constatazione che nelle città non esistevano vie di fuga adeguate a permetterne l’evacuazione.
Avevamo creduto e sperato – continua la nota – -che dopo un incidente di quella portata e le misure di depotenziamento dei rischi individuate nel Piano di Risanamento Ambientale, arrivato 10 anni dopo lo scoppio, si sarebbe davvero messa mano alla delocalizzazione del deposito Maxcom di Augusta, del parco serbatoi in SG14, di quelli eccessivamente prossimi alle abitazioni e della linea ferrata che attraversa il petrolchimico.
Dobbiamo invece constatare – denunciano i circoli di Legambiente – che il tempo sembra aver cancellato la memoria e la consapevolezza del rischio con il quale sono ancora costrette a convivere le popolazioni.
Mentre alcuni impianti – per vetustà o difficoltà di mercato – sono stati fermati dalle stesse aziende (fertilizzanti, cloro-soda , ossido di propilene. aromatici) ne sono sorti altri a rischio di incidente rilevante come, per esempio, l’IGCC Isab/Goi e il deposito GM Gas accanto alla ferrovia alle porte di Siracusa nord.
Ancor più grave – insitono – che si sia consentito l’insediamento di tanti centri commerciali e ipermercati a poca distanza da impianti e ciminiere.
Con scarsa considerazione dei rischi si continua ancora a proporre nel porto di Augusta un deposito di Gas Naturale Liquefatto (GNL) per il rifornimento delle navi mentre l’Unione Europea indica nuovi sistemi e strategie per decarbonizzare il trasporto marittimo.
Non bisogna dimenticare né sottovalutare i tanti incidenti, incendi e scoppi che continuano a verificarsi.
Quasi certamente ICAM/Versalis entro quest’anno si fermerà e chiuderà con la promessa di sostituire l’impianto di etilene con la costruzione di una bioraffineria destinata alla produzione di biojet e di un impianto per il riciclo chimico della plastica.
Mentre – concludono i circolo di Legambiente – ci auguriamo che venga data certezza e sia mantenuta l’occupazione delle circa 1400 persone che tra diretto e indotto lavorano nel comparto della chimica, ribadiamo con forza la richiesta di assicurare adesso e subito sicurezza nell’intera zona industriale“.
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