La cerimonia nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio
Questa mattina nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio la consegna del “Premio Custodi della Bellezza” giunto quest’anno alla decima edizione e assegnato al Fai, nelle mani del presidente nazionale Marco Magnifico, e al soprintendente emerito Giuseppe Voza.
Il Premio, realizzato dall’artista Andrea Chisesi, è stato consegnato dall’assessore alla Cultura Fabio Granata, a Magnifico e Voza.
Ad introdurre le motivazioni Fulvia Toscano, della commissione giudicatrice, che ha fatto un rapido excursus dei predecessori insigniti del riconoscimento, intitolato alla memoria di Kaled Al-Asaad, archeologo trucidato da un gruppo jihadista e strenuo difensore della bellezza del sito di Palmira.
E’ toccato poi al delegato provinciale Fai, Sergio Cilea, mettere in rilievo l’attività e gli scopi perseguiti dalla Fondazione a livello nazionale, e anche locale, citando tra gli altri interventi, il recupero del Liceo Gargallo “con il piano terra riaperto e tornato alla collettività”, prima di passare la parola al presidente nazionale Marco Magnifico.
“Non è vero che con la cultura non si mangia – ha rilevato, tra le altre cose, nel suo intervento Magnifco – per esempio il Fai è una impresa che sta economicamente in piedi da sola ma il contenuto fortemente culturale e collettivo, che rappresenta la nostra profonda motivazione, e lo spirito imprenditoriale sono due forze solo
apparentemente antietiche”.
Magnifico, ha poi tratteggiato la figura di Giulia Maria Crespi imprenditrice e filantropa italiana, nonché fondatrice del Fai, permeando il suo ricordo personale di nostalgia, affetto (“era una seconda madre”) e anche ironia, intrattenendo piacevolmente l’uditorio e sottolineando più volte il forte collegamento con la Sicilia della Fondazione.
“A voi siciliani – ha concluso – manca una cosa che invece abbiamo noi del nord: l’entusiasmo, l’eccitazione, la sorpresa, per la meraviglia che è attorno a voi. Vi manca perché ci vivete costantemente immersi. Seppure con una quantità speventosa di problemi, il Sud Italia è il “tesoro d’Europa” e c’è bisogno che il resto del mondo lo sappia e lo riconosca”.
Queste le motivazioni del Premio Custodi della Bellezza al Fai lette dall’assessore Granata:
“Esempio concreto di buone pratiche e cittadinanza attiva, il Fai rappresenta una realtà fondamentale nelle azioni in difesa dell’Articolo 9 della Costituzione Repubblicana. Innumerevoli i siti e i luoghi dell’Anima salvati e rigenerati grazie a una instancabile attività che negli anni ha avuto una straordinaria continuità tra l’indimenticabile Giulia Maria Crespi e l’attuale Presidente Marco Magnifico. In Sicilia ha contribuito alla rigenerazione dei Giardini
della Kolimpetra, attraverso formule inedite di virtuosa collaborazione “pubblico- privato”.
Successivamente, Lorenzo Guzzardi, archeologo e coordinatore scientifico delle celebrazioni del Ventennale Unesco, ha illustrato, attraverso esempi concreti e sparsi per tutta la Sicilia, la figura di Giuseppe Voza dagli inizi in Sicilia e fino alla scoperta straordinaria delle fondazioni dell’Oikos in piazza Duomo, che peraltro, il Soprintendente emerito, ha poi definito nel suo intervento di stamane “la scoperta archeologica più emozionante della mia vita”.
L’assessore Granata ha letto le motivazioni espresse dalla commissione del Premio a Giuseppe Voza:
“Ultimo di una irripetibile stirpe di straordinari Archeologi, Giuseppe Voza, dopo Paolo Orsi e Luigi Bernabo’Brea, ha segnato un’epoca dell’Archeologia Italiana con i suoi studi, le sue scoperte, le intuizioni e i ritrovamenti sul Patrimonio Archeologico siciliano e siracusano in particolare.
Strenuo difensore della Bellezza e del Paesaggio, ha posto le basi per la valorizzazione di un Patrimonio materiale e immateriale unico attraverso la sua azione sapiente e coraggiosa sull’intera area della Sicilia Orientale e in particolare su quella della Città di Siracusa, la cui iscrizione nella W.H.L. Unesco nel 2005 rappresenta il coronamento di questo percorso esistenziale e professionale unico”.
Il Soprintendente emerito a Palazzo Vermexio, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera, a iniziare dalla sue radici piemontesi poi trapiantate a Paestum (“accanto alla magnificenza del Tempio di Poseidone da cui è decollata fortemente la passione per il bello” ndr) e, infine, in Sicilia.
“Una volta a Siracusa, per volere mio e di Luigi Bernabò Brea – ha ricordato Voza – ho deciso di prendere casa al Tempio di Apollo, e il mio sogno, che lascio in eredità ai più giovani, è quello di proteggerlo dal tempo e di farlo vedere “senza fare alterare”.
Voza, ha sottolineato più volte il suo grande amore per Siracusa, rilevandone la bellezza unica, già declamata nelle verrine di Cicerone.
“E’ ciò che, dopo 2050 anni, ho trovato ancora qui: intatta – ha detto il Soprintendente emerito – un gruppo di studiosi americani miei ospiti, una volta giunti a Siracusa ammirandone le magnifiche viste impagabili dissero: questa è forse la più bella città del mondo. E così, ho detto tutto”.
“Una straordinaria giornata per la cultura cittadina – ha concluso l’assessore Fabio Granata – e per i tanti che hanno partecipato nonostante le proibitive condizioni metereologiche. Il Premio segna una tappa significativa del nostro ventennale Unesco sempre più partecipato e condiviso”.
© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI