Il parlamentare dichiara di essere sicuro che “la verità emergerà come sempre”
Il deputato nazionale di FdI, Luca Cannata iscritto nel registro degli indagati per il caso delle “indennita restituite” da assessori e consiglieri del Comune di Avola al tempo in cui Cannata era sindaco.
Ne dà notizia in un articolo pubblicato oggi il quotidiano La Sicilia.
Insieme a Cannata sarebbero indagate altre 5 persone.
Il caso rimbalzò sulle cronache a febbraio scorso, sollevato da alcuni esponenti della giunta di Avola e dell’allora consiglio comunale: raccontarono di avere pagato in contanti nel periodo 2017-2022 tra i 250 e i 500 euro all’ex sindaco e al suo staff per il funzionamento della segreteria politica, incluso l’affitto dei locali.
La Procura aprì un’inchiesta che oggi vede indagate 6 persone, tra le quali Cannata. Le ipotesi di reato sarebbero, a vario titolo, di appropriazione indebita e falsità ideologica.
Cannata non si scompone e come già fatto mesi fà rispedisce le accusa al mittente: “Apprendo dalla stampa, con modalità che lasciano perplessi e che ovviamente dispiacciono, ma che non cambiano la sostanza: siamo di fronte a un fatto già noto, già commentato e sul quale ho già fornito tutte le spiegazioni.
Oggi, paradossalmente, per alcuni fare politica a spese proprie è diventato un reato. Dietro questa vicenda ci sono ex assessori e avversari politici che non hanno mai accettato la mia crescita e il consenso costruito in modo sano e concreto sul territorio.
Trasformare in reato le collette, e dunque il fatto che ognuno di noi abbia contribuito di tasca propria per fare politica, significa stravolgere la realtà: non c’è stata alcuna forzatura, ma soltanto la normale vita interna di un movimento che si è sempre finanziato con contributi liberi e volontari, come peraltro ammesso dagli stessi avversari sui giornali”.
Anche questa volta affronteremo tutto con la massima serenità, certi che la verità emergerà come sempre. Continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto, con trasparenza e determinazione, senza farci distrarre da chi tenta di usare la giustizia e i giornali come strumenti di lotta politica.
Chi oggi attacca – conclude – sono gli stessi che in passato hanno tentato di lucrare e fare affari con il Comune, trovando però in me un muro invalicabile”.
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