L’iniziativa del direttore del Parco archeologico, Bennardo, risale al 2023
Quali sono le condizioni di salute del Teatro Greco? A chiederselo è il Comitato per la difesa che in un documento sollecita il direttore del Parco archeologico, Bennardo, a rendere note le risultanze dello studio ordinato nel 2023.
La nota, che riportiamo di seguito, è a firma di Marina Di Michele, Salvo Baio e Mario Blancato
“A novembre del 2023, esponenti del Comitato per la difesa del Teatro greco, tra cui i sottoscritti, diramavano un documento pubblico per esprimere il loro apprezzamento per l’iniziativa del direttore del Parco archeologico, Carmelo Bennardo, di dar vita ad un progetto di indagine ad ampio spettro, finalizzato all’accertamento delle condizioni di “salute” del teatro, con il coinvolgimento scientifico di alcune università (Torino, Trieste, Catania), di imprese specializzate nel restauro dei beni culturali e il coordinamento del professor Lorenzo Lazzarini (Università di Venezia), uno dei maggiori studiosi a livello internazionale delle pietre antiche.
Nel documento veniva inoltre rivolto al direttore Bennardo l’invito a rendere pubblici i risultati delle indagini, nel rispetto del principio fondante della Carta di Siracusa, secondo cui il Teatro greco appartiene ai visitatori e agli studiosi, e del suo status di patrimonio Unesco.
Se oggi riproponiamo il tema è perché avvertiamo un sentimento di delusione e di preoccupazione per il silenzio caduto sulla vicenda. In quasi due anni non una sola dichiarazione è stata rilasciata dal direttore Bennardo sullo stato delle indagini.
Di fronte a questo silenzio ci chiediamo: lo studio sulle condizioni della cavea è stato ultimato dalle università interessate, dal professor Lazzarini, dall’impresa incaricata di analizzare la struttura morfologica della cavea? Se, come noi ci auguriamo, lo studio è stato portato a termine, riteniamo che il direttore Bennardo farebbe bene a renderne pubbliche le risultanze.
Teniamo a precisare che sin dall’inizio gli abbiamo riconosciuto il merito di aver promosso un’indagine conoscitiva che, per ampiezza di prospettiva e per il rilevante impegno operativo che richiederà, non ha precedenti nella storia del monumento simbolo di Siracusa.
Vogliamo ricordare che per la difesa del Teatro greco si sono mobilitati numerosi intellettuali, docenti universitari, archeologi, associazioni prestigiose come la Consulta universitaria di filologia classica, la Consulta universitaria del greco, l’Associazione italiana di cultura classica, Italia nostra, Sicilia Antica, Collegio siciliano di filosofia, Rete euromediterranea della conoscenza, eccetera.
Temiamo che da parte delle istituzioni preposte alla tutela del patrimonio culturale sia mutato l’ atteggiamento sull’uso del Teatro greco e che a dettare la linea sia la Fondazione Inda.
A tale proposito vogliamo ricordare che lo scorso anno, grazie alla saggia decisione dell’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, il teatro venne destinato esclusivamente alle rappresentazioni classiche, mentre per gli spettacoli pop fu allestita l’Ara di Ierone. Q
uest’anno invece il Signore del Vermexio – che considera il Teatro greco la sede ideale per spettacoli di ogni genere e non si preoccupa minimamente dei danni che un suo uso scriteriato arreca alla pietra – con la complice accondiscenza degli organi di tutela dei beni culturali, ha imposto il ritorno in pompa magna degli spettacoli pop al Temenite, con buona pace dei propositi di chi si era impegnato a cambiare registro.
Ecco perché riteniamo necessario un confronto pubblico con il direttore del Parco archeologico per fare il punto della situazione e per capire quale sia la politica di tutela dei nostri beni culturali”.
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