Una valutazione più completa sull’impatto dell’incendio si avrà appena saranno disponibili i risultati di diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici
Arriva oggi il tanto atteso aggiornamento dei dati sulla qualità dell’aria nell’area Aerca a seguito dell’’incendio avvenuto all’impianto Ecomac, nella zona industriale di Augusta, tra il 5 e il 7 luglio.
In 15 pagine corredate da grafici e immagini satellitari, Arpa Sicilia spiega cosa è stato rilevato, partendo dal rilaacio di “significative quantità di fumi in atmosfera”.
“Gli inquinanti oggetto della relazione sono SO2, NO2, NMHC, benzene, H2S, PM10 e PM2.5. Le loro concentrazioni sono state confrontate con i valori limiti previsti dal D.Lgs. 155/2010 e con i valori guida previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Per il biossido di zolfo SO2 non si rileva alcun superamento del valore limite orario (350 µg/m3) e del valore limite giornaliero (125 µg/m3 ) dal 27 giugno all’8 luglio. In particolare dal 5 all’8 luglio la concentrazione massima, pari a 30 µg/m3 , è stata registrata alle ore 11:00 del 5 luglio presso la stazione SR-Belvedere.
Per il biossido di azoto NO2 non si rileva alcun superamento del valore limite orario (200µg/m3) nel periodo sopra indicato e non si registrano picchi orari significativi.
Le concentrazioni di benzene hanno registrato diversi picchi superiori a 20 µg/m3. Nella stazione Priolo sono stati registrati tre superamenti: il 5 luglio alle ore 22:00 con una concentrazione pari a 36 µg/m3, il 6 luglio alle ore 00:00 con una concentrazione pari 33 µg/m3 e il 6 luglio alle ore 23:00 con una concentrazione pari 26 µg/m3. Una concentrazione media oraria confrontabile è stata anche rilevata sempre nella stazione Priolo il 3 luglio.
Nella stazione Augusta-Megara si riscontrano 15 superamenti della soglia oraria nei giorni 7 e 8 luglio, di cui 4 superiori a tre volte la soglia oraria. Tali concentrazioni, visto peraltro la vicinanza all’impianto Ecomac, sono da correlare all’incendio.
Le concentrazioni di idrocarburi non metanici, NMHC, hanno registrato numerosi picchi orari superiori al valore soglia (200 µg/m3 ), in particolare nella stazione Augusta-Megara sono stati registrati cinque picchi orari superiori a 1400 µg/m3 : il 7 luglio alle ore 06:00 e alle ore 21:00 pari a 1430 µg/m3 e 1403 µg/m3 e l’8 luglio alle ore 06:00 e alle 07:00 pari a 1486 µg/m3 e 1642 µg/m3.
Si evidenzia che tali concentrazioni orarie sono comunque spesso rilevate in questa stazione, vista la prossimità agli impianti petrolchimici.
Per l’idrogeno solforato, H2S, sono stati registrati dieci superamenti della soglia olfattiva nella stazione di Augusta-Marcellino dal 5 all’8 luglio, con valori intorno a 9 µg/m3 (8,8 e 9,1 µg/m3 ) e tre superamenti nella stazione Priolo il 7 e l’8 luglio con valori pari a 8,1, 13,5 e 11,6 µg/m3.
Si evidenzia che se il materiale combustibile che ha provocato l’incendio conteneva zolfo, uno dei gas prodotti
può essere l’idrogeno solforato.
Si riportano inoltre le concentrazioni giornaliere di PM10 e PM2.5. Il limite della concentrazione media giornaliera del PM10 previsto dal D.Lgs. 155/2010 (50 µg/m3) è stato superato nella stazione Augusta-Megara il 7 e l’8 luglio con concentrazioni pari a 79 e 108 µg/m3. Tali concentrazioni, non rilevate nelle altre stazioni, sono attribuibili all’incendio.
Per il PM2,5 il valore guida OMS (15 µg/m3 ) sulla concentrazione media giornaliera è stato superato in molte stazioni soprattutto il 7 luglio e in particolare nelle stazioni di Siracusa-Via Gela, Augusta, SR-Verga e Melilli.
Per la valutazione della dispersione del plume, effettuata in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC), sono stati esaminati i dati meteo delle 5 stazioni di monitoraggio di qualità dell’aria ubicate nell’intorno di 20 km dall’impianto: Augusta Monte Tauro, Melilli, Solarino, Siracusa – Asp Pizzuta e Siracusa – Via Gela.
Il 7 luglio è stata considerata giornata critica per ristagno dovuto a venti molto deboli. Le condizioni possono aver favorito un accumulo locale degli inquinanti, con dispersione molto limitata e potenziale aumento delle concentrazioni al suolo.
Particolarmente a rischio l’area immediatamente circostante l’Ecomac, fino a 2–3 km sottovento, in condizioni di
inversione termica o aria stagnante. In data 7 luglio si sono infatti rilevate concentrazioni medie orarie di benzene e PM10 elevate nella stazione Augusta-Megara, distante circa 700 m dall’impianto Ecomac.
La ripresa della ventilazione nella giornata di ieri favorevole alla dispersione e diluizione del plume residuo, in
quanto il cambiamento nella direzione del vento devia il trasporto verso il mare, si registra ancora
nella stazione Augusta- Megara alle ore 7 dell’8 luglio un picco orario di benzene e la concentrazione
media giornaliera di PM10 risulta più elevata di quella del giorno precedente.
Il 5–6 luglio, i modelli mostrano una traiettoria chiara verso sud-est, con effetto mitigato dalla ventilazione.Il 7 luglio è il giorno più critico: in assenza di ventilazione, il plume resta intrappolato nei primi 100–200 m di atmosfera, con possibilità di ricadute elevate di particolato. L’8 luglio dovrebbe corrispondere ad una fase iniziale di pulizia atmosferica, in cui però si registrano ancora in prossimità dell’impianto (Augusta-Megara) concentrazioni elevate di
benzene e PM10.
Tra il 5 e l’8 luglio sono pervenute tramite il sistema NOSE diverse segnalazioni da parte dei cittadini. L’andamento del numero di segnalazioni nell’Aerca di Siracusa evidenzia un numero considerevole di segnalazioni il 7 luglio nella fascia oraria 8-10 in cui i cittadini hanno percepito un forte odore di bruciato.
Una valutazione più completa sull’impatto dell’incendio – conclude la relazioane di Arpa -si avrà appena saranno disponibili i risultati delle determinazioni di diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici in aria ambiente, i
cui specifici prelievi sono stati avviati già dal 5 luglio con i campionatori ad alto volume”.
© E' VIETATA LA RIPRODUZIONE - TUTTI I DIRITTI RISERVATI