Il primo cittadino precisa che “al momento non c’è nessuna compravendita ma solo una disponibilità di interesse”
E’ bufera a Melilli per la realizzazione di uno dei 7 TMB previsti nell’ambito dal Piano regionale di Gestione dei rifiuti dopo l’articolo pubblicato oggi da “Il Fatto Quotidiano” a firma di Saul Caia secondo il quale l’impianto dovrebbe essere realizzato su terreni di proprietà del cugino del sindaco, Peppe Carta.
E se al giornalista del quotidiano nazionale, Carta ha risposto di non sapere che il proprietario di quei terreni fosse un suo parente, oggi aggiusta il tiro.
“A me non interessa quali saranno i terreni che gli uffici competenti individueranno per la possibile realizzazione del TMB ad impatto ambientale zero. A me interessa solo – tiene a precisare il deputo regionale – che si faccia nel territorio di Melilli; e sino a quando rappresenterò le Istituzioni mi batterò nelle sedi competenti per questo.
I 35 milioni di investimento pubblico – spiega – creano economia virtuosa nel periodo della costruzione dell’impianto e a regime e in futuro produrrà, quali misure di compensazioni ambientali- benefici e ricadute sociali per l’intera collettività.”
Carta elenca i benefici: “Azzeramento della Tari per i cittadini di Melilli e piantumazione e rimboschimento per ettari ed ettari di aree, oltre che royalties per le casse comunali che saranno impiegate per servizi alla cittadinanza, soprattutto per le categorie più deboli”.
Riguardo poi la polemica scoppiata sulla proprietà dei terreni, Carta puntualizza: “Al momento non vi è in atto alcuna procedura di esproprio né tanto meno compravendita ma a seguito di regolare avviso pubblico vi è stata solamente una disponibilità di interesse manifestata attraverso canali istituzionali, così come prevede la Legge”.
Conclude l’assessore allo Sviluppo Economico Mirko Aloisio che adombra sospetti su presunte azioni ad hoc per svilire l’immagine del territorio: “E’singolare che ogni qualvoltaMelilli si presenta su vetrine nazionali per la
propria capacità di proporre le sue bellezze e per l’attrattività del suo territorio, puntualmente come un orologio svizzero si tenta di appannarne l’immagine colpendo il suo più autorevole esponente istituzionale”.
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