Santoro e Monterosso metono in fila documenti e fatti: “Nessuno metta in dubbio la nostra integrità morale”
“Siamo stanchi di un partito che lancia il sasso e poi nasconde la mano. Stanchi di chi vorrebbe i giovani silenziosi, obbedienti, invisibili. Per questo, ancora una volta, chiediamo chiarezza e un’assunzione di responsabilità politica, vera e strutturale”.
A dirlo senza peli sulla lingua sono i segreatari, comunale e provincale, dei Giovani Democratici, Luca Santoro e Niccolò Monterosso, dopo le dichiarazioni rese alla stampa, sull‘annullemanto del voto online per il congresso cittadino del Pd, dal delegato del commissario per i congressi, Giacono D’Arrigo.
“Ancora una volta – dichiarano – ci ritroviamo, nostro malgrado, coinvolti nelle vicende farsesche del Partito Democratico siracusano. Non per smania di protagonismo, ma perché c’è chi continua a parlare dei giovani senza interpellarli.
Negli ultimi giorni – proseguono – ci siamo ritrovati nuovamente bersaglio di comunicati e dichiarazioni che mettono in dubbio persino la nostra integrità morale. Riteniamo quindi necessario fare chiarezza su quanto mosso contro di noi”.
“Durante la conferenza stampa dell’altro ieri – interviene Luca Santoro – il delegato al congresso ha comunicato con sorprendente candore di non sapere nulla della piattaforma e che era tutto affidato ai giovani del Pd.
Mi domando: è plausibile che un delegato al congresso non conosca neppure il nome della piattaforma su cui si vota? O siamo di fronte a un tentativo creativo di deresponsabilizzazione? A questa dichiarazione segue quella relativa alle richieste cumulative che, come le informazioni sull’utilizzo della piattaforma, erano ben note allo stesso delegato, poiché già utilizzate durante il congresso provinciale”.
“Sulla partecipazione al voto degli studenti fuorisede domiciliati comunque in regione interviene Niccolò Monterosso: “Fortunatamente, esiste un messaggio, inviato proprio dal delegato tramite WhatsApp, – riferisce – che mi autorizzava esplicitamente a far votare anche i fuori sede che studiano e lavorano in Sicilia.
Questo perché lo stesso delegato, giustamente, richiamava le modalità di voto online già applicate durante il congresso provinciale dimostrando così, almeno apparentemente, la sensibilità del Partito ai disagi legati ai trasporti in Sicilia.
O forse – chiede ironicamente – questi disagi sono improvvisamente scomparsi tra congresso provinciale e comunale, permettendo agli studenti di tornare a casa in meno di sei ore di treno da Palermo senza difficoltà.
Il vero danno al Partito Democratico – concludono – non lo provoca chi parla, ma chi tradisce lo spirito di una comunità democratica”.
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