Assenti i deputati di maggioranza nazionali e regionali
Seduta aperta di consiglio comunale di Siracusa ieri pomeriggio sul futuro dell’Ias visto che a settembre 2026 i grandi player industriali si staccheranno.
Numerosi gli interventi di sindaci e rappresentanti della politica. Erano presenti il deputato regionale e sindaco di Solarino Tiziano Spada, il sindaco di Floridia Marco Carianni, il deputato Filippo Scerra e, in videocollegamento, il senatore Antonio Nicita. Assenti tutti gli altri: i deputati di maggioranza, a Roma e a Palermo, e il sindaco di
Siracusa.
Hanno partecipato i lavoratori, associazioni di categoria, anche Confindustria con il suo presidente Gian Piero Reale e l’amministratore di Ias, Antonio Mariolo.
Così l parlamentare Filippo Scerra (M5S): “Bisogna fare in fretta, il tempo non è una variabile indifferente.A settembre 2026 il sistema regionale dovrà farsi trovare pronto e già organizzato. Altrimenti sarà l’ennesima emergenza ambientale e sociale del siracusano a cui Schifani ed il centrodestra dimostreranno di non saper fare fronte”.
Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha espresso una posizione chiara e netta sul futuro dell’impianto e sulla gestione dei reflui: “L’Ias rappresenta ancora oggi un nodo strategico per tutto il sistema industriale e ambientale della provincia di Siracusa: non si può pensare di liquidarlo senza avere un piano preciso, né di affrontare il problema frammentando competenze e responsabilità.
Ias – fa notare il gruppo consiliare – è stato altresì dichiarato impianto di rilevanza strategica nazionale da parte del governo nazionale. Non vogliamo che questa rimanga una petizione di principio, vuota di contenuti concreti.
Le prime domande a cui bisogna rispondere è chi pagherà i costi di gestione e di adeguamento dell’impianto, chi interverrà per la manutenzione e per l’adeguamento delle condotte e chi sarà chiamato a guidare il nuovo Ias.
Senza chiarezza su questi punti, qualsiasi ipotesi di soluzione rischia di restare solo sulla carta.
Preoccupa – prosegue la dichiarazione – che il bando di gestione del sistema idrico integrato abbia escluso l’impianto
biologico, rendendo oggi tutto più difficile.
Non si può prescindere dal ruolo della Regione Siciliana, che deve assumersi la responsabilità politica e finanziaria del processo, così come non si può escludere un presidio pubblico sui controlli e sulla gestione dell’intero sistema di depurazione.
Siracusa può certamente conferire i suoi reflui all’Ias, ma non può abbandonare completamente Canalicchio, dimenticando quei lavoratori.
Il ragionamento richiede inoltre una rivalutazione della scelta di Augusta, che dovrebbe ragionare in un’ottica integrata con l’Ias.
La salvaguardia dei posti di lavoro deve essere una priorità condivisa – aggiungono i consiglieri del Pd – così come la gestione della risorsa acqua: tale è pure quella depurata da reimpiegare per scopi agricoli e industriali. E’ impensabile parlare di realizzare nuovi impianti di depurazione comunali e nuove condotte di sversamento a mare quando già esiste Ias.
Non si può parlare di riconversione, depurazione e riutilizzo dei reflui se prima non si decide chi gestirà l’impianto e con quali risorse.
I costi non possono gravare solo sui cittadini, così come le conseguenze delle scelte e degli errori non devono ricadere sui lavoratori”.
In conclusione l’affidamento all’Assemblea dei Sindaci e alla deputazione la responsabilità politica di questo percorso.
Sottolineando la complessità della vicenda che richiede approfondimenti concreti, Europa Verde Siracusa – AVS ritiene impellente l’eliminazione dello scarico delle acque depurate del depuratore di Canalicchio nel porto grande di Siracusa perché, “anche quando i parametri ambientali sono a norma, le acque depurate danno vita a processi di eutrofizzazione, a causa della presenza di nutrienti (fosforo e azoto), causati principalmente dal bassissimo ricambio idrico del bacino”.
“Il collettamento delle acque reflue dei comuni di Siracusa, Floridia e Solarino nell’Impianto Biologico di Priolo, sebbene realizzabile con costi non eccessivi – prosegue la nota – richiederebbe tempi lunghi, la dismissione del depuratore di Canalicchio (non è pensabile per motivi tecnici una doppia depurazione), esigerebbe una interlocuzione della società Ias con la società Aretusacque, e quindi con i partner privati Acea acque/Cogen, e potrebbe avere un riflesso non irrilevante sulle tasche dei cittadini dei comuni interessati, chiamati a dover sopperire ai costi incrementati nella gestione delle acque reflue.
E’ necessario invece – aggiungono i coportavoce, Salvo La Delfa e Giovanna Megna – un intervento che eviti la depurazione delle acque in house da parte di ciascuna azienda del petrolchimico, rendendo in questo modo inutile la presenza dell’Impianto Biologico di Priolo (costruito proprio a servizio di queste stesse aziende) e complicando la gestione dei controlli previsti dalla normativa attuale.
Tutto ciò mentre ad Augusta è in corso di costruzione un depuratore per le acque reflue, del costo di 69 milioni di euro, con sversamento delle acque depurate nello stesso porto di Augusta, mentre le acque reflue potrebbero essere convogliate facilmente, attraverso un collettore, presso l’Ias, e sopperire in parte, alla riduzione del 65% delle acque da trattare che si osserverà con il distacco dei grandi utenti dall’impianto priolese. Tutto ciò mentre un centinaio di lavoratori dell’Ias e dell’indotto si trovano ad affrontare un futuro occupazionale incerto e preoccupante.
È necessario – conclude la nota – procedere subito all’insediamento di tavoli tecnici che possano fare ordine alla complessa situazione presente, avviare una discussione più approfondita con tutti gli attori e gli stakeholder presenti, utilizzare un nuovo paradigma che sia in grado di produrre soluzioni condivise e rispettose per l’ambiente e il lavoro, con l’obiettivo di un futuro sostenibile in termini economici, ambientali e sociali”.
“Questo consiglio comunale – interviene l’ex assessore Salvo Cavarra – ha riacceso l’attenzione su una questione che coniuga tutela ambientale e salvaguardia occupazionale per i 60 lavoratori dell’impianto Ias, ma soprattutto la convenienza costi-benefici per un’efficace depurazione del Porto Grande di Siracusa a tutela dei cittadini.
Come ha confermato l’amministratore giudiziario Ias oggi gode di un ottimo stato di salute (bilanciato e manutentivo), può da subito garantire un’ottima capienza e qualità di depurazione e, con un accordo stabilito tra le parti, sostenere i costi recuperando i benefici sulla tariffa dilazionata. Si tratta di una soluzione sicuramente vantaggiosa e a basso costo per il Comune di Siracusa.
Lla strada più concreta – insiste Cavarra – resta quella di un utilizzo civile del depuratore, anche a tutela dei piccoli utenti dell’indotto industriale che così non rischierebbero di rimanere senza depurazione, con conseguente pericolo per il territorio.
L’ipotesi di convogliare i reflui dei tre Comuni – prosegue – è stata definita un primo passo importante, ma è condizionata alla necessità di rigorose valutazioni tecniche e ambientali per scongiurare ricadute negative sul depuratore di Canalicchio. Si è inoltre riproposta la soluzione di allacciare la depurazione di Augusta al sistema Ias, anziché costruire un nuovo impianto, per un’eliminazione più rapida degli scarichi a mare e una riduzione dei costi.
L’appello finale è stato rivolto al Governo Regionale: “Dall’assise di ieri è stato sancito un punto importante: ora spetta alla Regione innaffiarlo e farlo crescere.”
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