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Esposizione all’amianto, riconosciuti i diritti di un ex operaio del Petrolchimico di Priolo

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L’Inps condannata ad aumentare della pensione con gli arretrati degli ultimi 5 anni, a procedere alla rivalutazione contributiva e a pagare spese legali e consulenza tecnica

L’Inps condannato dalla Corte di Appello di Catania a riconoscere i diritti di Salvatore Patania, ex operaio del Polo Petrolchimico di Priolo Gargallo, esposto all’amianto.

L’Avv. Ezio Bonanni, legale del lavoratore e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, aveva già ottenuto l’annullamento della precedente sentenza della stessa Corte d’Appello, stabilendo che il periodo di rischio deve essere determinato in base alle effettive condizioni di lavoro e alla data delle bonifiche nei siti contaminati.

“Patania ha lavorato per oltre quindici anni – afferma Bonanni – come operaio montatore alle dipendenze della Siciltecnica Srl e della C.L.A.I. Srl, in un contesto industriale fortemente contaminato da amianto. Solo dopo il pensionamento e la diagnosi di nodulità polmonare ha scoperto di essere stato esposto alla fibra killer.

Nonostante i riconoscimenti tecnici dell’Inail, l’Inps aveva negato i benefici contributivi per prepensionamento, ritenendo l’esposizione inferiore ai dieci anni.

Il ricorso del lavoratore era stato respinto sia in primo grado che in appello, finché l’Avv. Bonanni non ha portato il caso in Cassazione, che ha riconosciuto la validità delle prove documentali e ribaltato le due decisioni, disponendo un nuovo giudizio, poi conclusosi con la condanna dell’ente.

La Corte d’Appello di Catania ha riformato le precedenti sentenze e ha condannato l’Inps a riconoscere a Patania: l’aumento della pensione in media di 400 euro mensili con gli arretrati degli ultimi 5 anni che ammontano a 25mila euro circa, il diritto alla rivalutazione contributiva, il pagamento delle spese di tutti i gradi di giudizio, per un totale di oltre 17mila euro, il rimborso delle spese generali e di quelle della consulenza tecnica d’ufficio (CTU) del primo grado.

“Questa sentenza conferma anni di battaglie per i diritti delle vittime dell’amianto – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni – la Corte ha riaffermato un principio essenziale: la tutela del lavoratore non può essere sacrificata dietro formalismi o cavilli. Contano le reali condizioni di rischio, non le date sulle carte.”

“Ringrazio l’Ona, Calogero Vicario della sede territoriale della Sicilia, Pippo Gianni, componente del Comitato Tecnico scientifico, e soprattutto gli Avv.ti Bonanni e Scuderi – dichiara Patania – dopo anni di ingiustizie, questa è una vittoria storica.”

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