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60. stagione

“Cantiamo la pace, cantiamo la sua vittoria”: al Teatro Greco di Siracusa le donne vincono sulla guerra VIDEO

Il debutto della commedia diretta da Serena Sinigaglia con Lella Costa protagonista

“Cantiamo la pace, cantiamo la pace, cantiamo la sua vittoria e, per favore, per il futuro, cerchiamo di non fare sempre gli stessi errori”.

Si chiude con queste parole pronunciate da Lella Costa, la commedia Lisistrata di Aristofane al Teatro Greco di Siracusa, trattando un tema di estrema attualità, come quello del bisogno di pace in un periodo in cui la guerra impazza in diverse parti del mondo.

Ma aldilà del tema molto importante, di quelli che impongono serie riflessioni, Lisistrata è stata anche l’occasione per divertirsi e il pubblico di stasera si è anche parecchio divertito con applausi a scena aperta per Lella Costa, protagonista dello spettacolo diretto da Serena Sinigaglia.

“Lisistrata parla di guerra. O meglio parla di chi non ne può più di subire o fare la guerra – sono le parole di
Serena Sinigaglia -. Il paradosso di Aristofane, a distanza di secoli, mi appare tutt’altro che un paradosso: se
le donne di tutti i fronti di guerra si unissero sotto la bandiera della pace, negandosi ai mariti o ai propri
compagni, non cesserebbero gli scontri armati e le battaglie?

Ma Lisistrata parla anche d’amore, un amore laico, potente, felice e giocoso. Questi temi rendono Lisistrata eterna e come tale ho cercato di costruire, con i miei straordinari collaboratori, uno spettacolo che non avesse un tempo definito, giocando a citare l’antico e il contemporaneo continuamente”.

I personaggi si muovono, come racconta Maria Spazzi “in una scena dominata da una grande struttura che ricorda un telaio antico da cui partono tantissimi fili”.

“La situazione di guerra in cui ci troviamo all’inizio della vicenda è dunque evocata dal groviglio di fili in disordine che ricoprono la scena – aggiunge la scenografa dello spettacolo -. L’azione di pacificazione delle donne è intesa
a sbrogliare l’intrico per tessere un “bel mantello per il popolo”, in cui i fili sono metafora di dialogo.
L’incontro e il dialogo dunque, come presupposto indispensabile per tessere la pace”.

Le musiche di Filippo Del Corno raccontano “sorgenti acustiche differenziate che rappresentano i due opposti eterogenei e apparentemente inconciliabili, chiamati ad incarnare simbolicamente i due universi, femminile e maschile, che si fronteggiano in Lisistrata” mentre i costumi disegnati da Gianluca Sbicca sono degli abiti
“passepartout, legati sì a un immaginario ‘antico’ ma allo stesso tempo anche al nostro contemporaneo
cercando di avvicinare questa storia di ‘emancipazione femminile’ ai giorni nostri”.

Infine, i movimenti di Alessio Maria Romano sono pensati sia per Pace che “chiederà ascolto, tenterà di urlare la fragilità della sua esistenza ma anche dell’esistenza dell’umanità intera; una divinità danzante che si rivelerà nella sua bellezza e forza” sia per il coro e l’intera collettività che abiterà la scena.

“Cercheremo di muovere il coro – dice Alessio Maria Romano – specificando come certo mondo danzato può ricordare, da sempre, l’adesione a determinati stereotipi sociali come a bisogni di gioco, sfogo e divertimento ma anche di corteggiamento eseduzione. Cercheremo la nostra danza o meglio il bisogno, al di là del verbo, di urlare al mondo, ai potenti, alle donne e agli uomini tutti la nostra esistenza e il nostro desiderio e sfrenato bisogno di Pace”.

La nuova traduzione del testo di Aristofane è di Nicola Cadoni, la scena di Maria Spazzi, i costumi di
Gianluca Sbicca, le musiche di Filippo Del Corno, la direzione del coro di Francesca Della Monica ed Ernani
Maletta, le coreografie di Alessio Maria Romano, il disegno luci di Alessandro Verazzi.

Nel cast guidato da Lella Costa anche Marta Pizzigallo (Calonice), Cristina Parku (Mirrine), Simone Pietro
Causa (Lampitò), Marco Brinzi (Dracete), Stefano Orlandi (Strimodoro), Francesco Migliaccio (Filurgo),
Pilar Perez Aspa (Stratillide), Giorgia Senesi (Nicodice), Irene Serini (Rodippe), Aldo Ottobrino
(Commissario), Salvatore Alfano (Cinesia), Didi Garbaccio Bogin (Donna Beota), Beatrice Verzotti (Donna
Corinzia), Alessandro Lussiana (Ambasciatore spartano), Stefano Carenza (Ambasciatore ateniese) e Giulia
Quacqueri (Pace). Nel cast dello spettacolo anche le allieve e gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma
Antico.

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