Entro 10 giorni il direttore del Parco dovrà “rilasciare gli eventuali documenti endoprocedimentali relativi alla procedura di ritiro in autotutela del bando”
L’Ufficio del Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza della Regione Siciliana, ha dato ragione a Giovanni Di Lorenzo, Presidente dell’Associazione Dracma, a cui il Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, aveva negato l’ostensione documentale di alcuni atti sul procedimento amministrativo riguardante il bando sull’affidamento della gestione dei servizi al pubblico.
Il bando era stato ritirato in autotutela dopo i cinque rilievi dell’Anac, e poi ripresentato il 31 ottobre.
L’Ufficio del RPCT per la Regione Siciliana ha accolto in toto il riesame chiesto da Di Lorenzo ed ha stigmatizzato l’azione amministrativa del Direttore del Parco, in particolare sull’ individuazione degli atti endoprocedimentali da porre in visione.
“…Preso atto che detta motivazione, a supporto del diniego espresso, risulta non esaustiva in quanto non viene indicato chiaramente quale interesse pubblico, fra quelli individuati all’art. 5-bis, comma 1, da lett. a) a lett. g), del d.lgs. 33/2013, viene pregiudicato dall’ostensione del documento in ordine al quale si manifesta interesse;
Considerato, tuttavia, che sia l’istanza di accesso civico generalizzato che la richiesta di riesame non consentono l’individuazione specifica dei documenti ai quali il richiedente manifesta interesse e che solo nelle osservazioni contenute nella richiesta di riesame viene precisato che il diniego non può riguardare gli atti endoprocedimentali già oggetto di provvedimento finale quale il ritiro in autotutela del precedente bando …
DISPONE che il Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, entro il termine di 10 gg dal ricevimento del presente provvedimento, provveda ad individuare, per gli atti endoprocedimentali relativi alla procedura di ritiro in autotutela del bando, le specifiche ragioni che hanno determinato la limitazione dell’esercizio del diritto di accesso.
Non è sufficiente, infatti, richiamare legittime esigenze di tutela di interessi pubblici per giustificare il diniego in quanto quest’ultimo deve essere supportato da un’adeguata motivazione circa la necessità di evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici e privati di cui all’art 5-bis, commi 1 e 2, del d.lgs. n. 33/2013.
Si invita quindi il Direttore del Parco a comunicare, entro il termine sopra assegnato, alla scrivente ed al Sig. Di Lorenzo Giovanni, le risultanze di tale attività fermo restando che lo stesso dirigente provvederà a rilasciare gli eventuali documenti endoprocedimentali – relativi alla procedura di ritiro in autotutela del bando- per i quali non è stato esplicitato, secondo le modalità sopra dette, un pregiudizio concreto alla tutela di interessi pubblici e privati”.
“Siamo contenti – commenta Di Lorenzo – che Il Dirigente dell’Ufficio RPCT di Palermo abbia accolto totalmente le nostre tesi e abbia criticato il comportamento di chi non voleva esibire atti che prevedono, comunque, l’impiego di denaro pubblico.
Qual è, mi chiedo, il motivo di ‘nascondere’ atti importanti, senza i quali non si comprenderebbe il motivo dell’intervento, tranchant, di Anac? Per fortuna il provvedimento dispone l’ostensione documentale in via coattiva, ma da ottobre arriviamo a fine dicembre, per un comportamento errato e superficiale nell’interpretazione dell’importante strumento legislativo sull’accesso civico.
Per questo – prosegue -ho già scritto all’Anac ed al Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, chiedendo formalmente procedimento disciplinare per gli interessati, ed ispezioni sugli atti e sulla corretta applicazione della Legge sulla trasparenza.
Esistono, a mio avviso – conclude – fatti gravi e meritevoli di analisi approfondite, sotto lenti d’ingrandimento ad alta
magnificazione. Il dovere esibire coattivamente gli atti richiesti è – senz’altro – il primo passo che ci restituisce la forza e la voglia di non fermarci e continuare in una necessaria operazione di chiarezza su quanto accade al Parco da ormai troppo tempo”.
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