Difesa del metodo per l’elezione del consiglio di sorveglianza da parte di Carta, ancora accuse da Cannata; dubbi e critiche da Cafeo, Scerra e Gilistro, Pd, IS/AVS – Lealtà e Condivisione
L’elezione del Consiglio di sorveglianza di Aretusacque, la società che gestirà per i prossimi 30 anni il servizio idrico in 19 Comuni della provincia di Siracusa, continua a registrare commenti e reazioni delle contrapposte parti politiche.
Il leader di Grande Sicilia, Giuseppe Carta , replica alle acuse mosse dal deputato di FdI, Cannata che dall’avv. Gianluca Rossitto.
“Sia il Tar che, successivamente in appello , il Cga – dichiara Carta -hanno certificato che tale procedura di gara è stata perfettamente legittima e limpida, coerente con la normativa vigente.
Appare inoltre paradossale oltre che temerario – aggiunge – contestare persino scelte ampiamente condivise sulle quali tutti i sindaci (19) sono stati chiamati a pronunciarsi in un assemblea istituzionale convocata dal Presidente Ati e Sindaco del Comune capoluogo e che ha registrato – dopo ampio dibattito – percentuali di consenso pari all’80%.”
Indicare l’On. Gennuso “ con il piattino in mano” – prosegue – offende ma soprattutto mortifica di fatto quei Sindaci che in piena autonomia hanno scelto di sostenere e condividere la rosa dei candidati risultata poi vincente.
Dunque nessuna cricca, nessuna opacità e nessuna mancanza di trasparenza. – conclude Carta – Piuttosto percorsi lineari, legittimi, ampiamente condivisi dalla maggioranza dei Sindaci ed un Consiglio di Sorveglianza che saprà affrontare con competenze e professionalità l’importante sfida che ci attende e che – sono certo – opererà nell’interesse dei cittadini e del territorio”.
Pronta la replica del deputato nazionale di FdI, Luca Cannata che parla di “blocco di potere chiuso e autoreferenziale che ha blindato tutto – dalla convocazione illegittima alle nomine – escludendo ogni confronto, ogni rispetto per i Comuni che hanno osato dire no”.
“I documenti e i metodi parlano chiaro – spiega Cannata – Noi contestiamo con fermezza le modalità opache e arroganti con cui si è arrivati alla nomina del Consiglio di Sorveglianza, proprio alla vigilia della firma col socio privato. Un blitz calato dall’alto.
Nel giro di poche ore – conclude – si è deciso tutto: consiglio, compensi, assetti strategici. Il tutto con un metodo maggioritario, non proporzionale, che ha di fatto escluso intere comunità”.
Negativo anche il commento di Giovanni Cafeo, responsabile per i Dipartimenti Regionali della Lega Sicilia: “La costituzione della società Aretusacque per la gestione del servizio idrico integrato è un evento storico e un momento delicatissimo per la vita dei cittadini della nostra provincia.
Purtroppo, dobbiamo registrare una partenza segnata da un grave errore politico: la scelta di un sistema elettorale maggioritario per il Consiglio di Sorveglianza che esclude di fatto qualsiasi forma di rappresentanza per le minoranze.
La Lega – prosegue -non ha sindaci in provincia di Siracusa e, pertanto, non ha avuto alcun ruolo, né diretto né indiretto, nella scelta dei membri del Consiglio di Sorveglianza.
Nonostante il nostro sostegno, in occasione delle elezioni provinciali, a un tavolo che includeva diverse forze civiche e partiti, siamo stati tenuti completamente all’oscuro delle decisioni relative alla governance di Aretusacque”.
“Se fossimo stati interpellati – aggiunge – avremmo espresso una posizione chiara. Premesso che il principio di rappresentatività, nell’ambito di una società come quella in esame, è a garanzia degli utenti di tutti i comuni, l’errore tecnico, ma pure politico, è stato proprio l’aver espresso un consiglio eletto a maggioranza.
L’applicazione del sistema proporzionale, come peraltro lo Statuto stesso prevede, avrebbe consentito al 100% dei soci pubblici, e quindi a tutti i comuni della provincia, di essere rappresentati.
In sostanza, per i blocchi che si sono formati, almeno un componente andava riconosciuto a quel 30% dei soci che è rimasto invece orfano della propria voce e dei propri occhi. Un componente in meno per la maggioranza non avrebbe inciso sulla scelta del presidente, ma avrebbe senza dubbio contribuito a rassicurare tutti.”
Dubbi e perplessità sono state espresse anche dal parlamentare e Questore della Camera Filippo Scerra ed il deputato regionale Carlo Gilistro del M5S: “Abbiamo però molti dubbi su questa partenza di Aretusacque, a partire dall’accelerata improvvisa di questi giorni ed alla luce delle tensioni emerse tra gli stessi sindaci.
Un consenso a maggioranza, per quanto ampio, non è certo paragonabile all’unanimità che avrebbe dovuto accompagnare la nascita della società che per trent’anni si occuperà di gestire l’acqua dei siracusani, in un affidamento da 1,2 miliardi di euro.
La provincia di Siracusa, a causa dei ritardi Ati, – proseguono – ha già perso la grande occasione del Pnrr rimanendo desolatamente a bocca asciutta di fronte a milioni di euro pure disponibili per metter mano ad acquedotti e fognature.
Ed ora che c’è un soggetto unico, subito si divide e si spacca seguendo la vecchia logica del campanile pur di mantenere piccolo consenso.
E mancano ancora informazioni sulle tariffe, con il rischio che in molti comuni della provincia si verifichino aumenti importanti. Non solo – proseguono Scerra e Gilistro – restano nebulosi i tempi di avvio servizio, con consegne impianti a scaglioni e quindi Comuni che resteranno indietro nella gestione, rallentando ogni eventuale programma di investimento per migliorie infrastrutturali a fronte di una percentuale di dispersione idrica che ogni indagine segnala tra le più elevate d’Italia.
Su questi punti – concludono – chiediamo ai nuovi organi societari un confronto pubblico e chiarificatore”.
Altrettanto negativo il commento di Pd, – Movimento 5 Stelle – IS/AVS – Lealtà e Condivisione: “Della definizione ufficiale della governance, che a parere nostro delude su più livelli, teniamo a ribadire con forza che la nostra attenzione sarà massima.
Vigileremo costantemente sulle decisioni dei due organi, monitoreremo l’attuazione dei piani industriali e finanziari, pretenderemo trasparenza totale su ogni investimento, appalto e intervento e coinvolgeremo i cittadini informandoli e raccogliendo segnalazioni, affinché la gestione dell’acqua resti un bene sotto il controllo della collettività.
Il nostro impegno – concludono – sarà quello di garantire che l’acqua resti un bene comune e siamo pronti a svolgere il nostro ruolo di opposizione per tutelare i cittadini e assicurare che questa nuova fase non ripeta errori del passato”.
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