Parere positivo per l’iniziativa, che però non viene ritenuta esaustiva: “Serve un intervento strutturato ed integrato”
Sono diverse le reazioni alla notizia del pacchetto di agevolazioni previste dalla giunta Italia per l’apertura di nuove imprese alla Borgata.
In primis la Cgil La Borgata e una serie di associazioni come Cna, Ciao, Lega Pensionati, Casa Rossa, Ass. Culturale Minerva, Un’altra storia cantiere archimedeo, Alessandra Iemmolo, Alessandro Cassarino, Fulvio Di Gregorio, Stefania Festa
“La delibera – si legge nella nota- raccoglie i consensi della Camera del Lavoro ‘La Borgata’ ma non solo. Questo provvedimento – sottolinea Alessandro Acquaviva, responsabile della CdL dello storico rione – è sollecitato da anni dalla Cna, ed è il frutto della mobilitazione promossa in questi mesi da tutte le associazioni, da quelle culturali a quelle sociali e dei residenti, con l’obiettivo di favorire un cambio di passo.
Tuttavia – prosegue – tale misura è necessaria ma non sufficiente per una vera rinascita del quartiere. La rigenerazione della Borgata richiede un approccio integrato che affianchi agli incentivi economici: investimenti sociali per rafforzare il tessuto comunitario; il pieno ripristino dei servizi pubblici essenziali (uffici, polizia municipale, servizi sociali, biblioteca e pubblica illuminazione adeguata); interventi mirati di assistenza e prevenzione oltre che di contrasto alla criminalitá.
Senza questo complemento di interventi strutturali e di welfare- conclude – il rischio è che la misura fiscale da sola risulti inefficace, non riuscendo a creare le condizioni minime di vivibilità e coesione necessarie per attrarre e sostenere nuove attività in modo duraturo”.
Interviene anche Carlo Gradenigo presidente di Lealtà e Condivisione, che pone una serie di quesiti: “Sono queste misure legate alla residenzialità degli investitori (es. casa/lavoro in borgata) o altre forme di incentivi a vivere nel quartiere?
Siamo certi che inserire nelle agevolazioni gli stessi settori “ricettività” e “ristorazione” che per evidenti ragioni vengono oggi bannati appena al di là dei ponti, sia la scelta giusta? E chi tra tutti i settori enunciati beneficerà realmente dell’esenzione dal pagamento del suolo pubblico?
È possibile approvare una proposta onnicomprensiva lasciando la gestione e lo sviluppo sociale e commerciale del quartiere al libero arbitrio o peggio al mercato? Non sarebbe più utile dare una indicazione chiara nella proposta, scegliendo quei settori in crisi che possano dare una connotazione specifica ad un quartiere marinaro, multietnico, artistico, culturale dove sopravvivono oggi “putie” e botteghe artigiane?
Ed infine perché al posto di una politica fiscale che riguardi tutti i quartieri della città in un’ottica di sviluppo armonico, di servizi e residenzialità delle tante zone dormitorio, si sta scegliendo di concentrare il tutto ancora una volta in un solo “quartiere storico”?
Credo – conclude – che in attesa del pronunciamento del Consiglio Comunale dovremmo porci tutte queste domande e provare a darci una risposta organica che eviti e scongiuri un nuovo assalto alla diligenza con l’aumento dei prezzi, degli affitti, dei dehors e la fuga dei residenti già sperimentato appena di fronte al luogo in questione e puntare forte sull’identità della Borgata
Sono queste misure legate alla residenzialità degli investitori (es. casa/lavoro in borgata) o altre forme di incenti a vivere nel quartiere?
Siamo certi che inserire nelle agevolazioni gli stessi settori “ricettività” e “ristorazione” che per evidenti ragioni vengono oggi bannati appena al di là dei ponti, sia la scelta giusta? E chi tra tutti i settori enunciati beneficerà realmente dell’esenzione dal pagamento del suolo pubblico?
È possibile approvare una proposta onnicomprensiva lasciando la gestione e lo sviluppo sociale e commerciale del quartiere al libero arbitrio o peggio al mercato? Non sarebbe più utile dare una indicazione chiara nella proposta, scegliendo quei settori in crisi che possano dare una connotazione specifica ad un quartiere marinaro, multietnico, artistico, culturale dove sopravvivono oggi “putie” e botteghe artigiane?
Ed infine perché al posto di una politica fiscale che riguardi tutti i quartieri della città in un’ottica di sviluppo armonico, di servizi e residenzialità delle tante zone dormitorio, si sta scegliendo di concentrare il tutto ancora una volta in un solo “quartiere storico”?
Credo che in attesa del pronunciamento del Consiglio Comunale dovremmo porci tutte queste domande e provare a darci una risposta organica che eviti e scongiuri un nuovo assalto alla diligenza con l’aumento dei prezzi, degli affitti, dei dehors e la fuga dei residenti e puntare forte sull’identità della Borgata”.
Anche Sebastiano Musco, responsabile del Faro 2 del movimento Controcorrente, dice la sua: “La Borgata di Siracusa necessita di un intervento organico, strutturale e multidisciplinare per un reale processo di riqualificazione urbana, sociale ed economica.
Il progetto promosso dall’Amministrazione del Sindaco Francesco Italia, incentrato principalmente sull’incentivazione all’apertura di nuove attività commerciali, si presenta, a nostro avviso, deficitario e insufficiente rispetto alle reali esigenze del quartiere”.
Da qui diverse proposte integrative: “Riapertura e piena funzionalità della biblioteca pubblica della Borgata, piano straordinario di pulizia, manutenzione e decoro urbano, potenziamento dell’illuminazione pubblica e manutenzione costante, installazione e utilizzo di impianti di videosorveglianza nei punti sensibili, presenza rafforzata della Polizia locale, soprattutto nelle ore serali e nei giorni festivi, interventi mirati contro il bivacco e il consumo di alcol in aree pubbliche sensibili”.
E poi ancora: recupero e riutilizzo degli immobili comunali abbandonati, creazione di spazi culturali, sociali e di aggregazione giovanile, Programmi di animazione territoriale (eventi, mercati, attività culturali), miglioramento dei collegamenti e del trasporto pubblico con il centro città, riqualificazione di marciapiedi, strade e aree verdi, coinvolgimento diretto dei residenti attraverso consulte e tavoli permanenti di quartiere”.
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