Viene reiterata la richiesta di rendere noti i risultati dello studio
La salute del Teatro greco al centro di una nota a firma di Marina De Michele, Mario Blancato e Salvo Baio che sollecitano il direttore del Parco archeologico a rendere pubblici i risultati delle indagini affidate 2 anni fa.
“Ai primi di settembre abbiamo rivolto al direttore del Parco archeologico, Carmelo Bennardo, la richiesta di rendere pubblici i risultati delle indagini sulla “salute” del Teatro greco, indagini affidate a imprese specializzate nel restauro dei Beni culturali, a tre università (Torino, Trieste e Catania) e coordinate dal professor Lorenzo Lazzarini (Università di Venezia), eminente studioso delle pietre antiche.
La nostra richiesta non ha intenti polemici e mira a fare il punto sullo stato di attuazione di un progetto di grande respiro, promosso dal direttore Bennardo sulla scia dell’elaborazione del suo predecessore, dottor Antonello Mamo, e finalizzato a “curare”, sulla base delle risultanze acquisite dall’indagine conoscitiva, le numerose “ferite” del Teatro.
In un documento del novembre 2023 del Comitato per la difesa del Teatro greco, veniva espresso apprezzamento per l’iniziativa del direttore del Parco archeologico, insieme all’invito a rendere pubblici i risultati dell’indagine diagnostica, nel rispetto del principio fondante della Carta di Siracusa, secondo la quale il Teatro greco appartiene ai visitatori e agli studiosi, e del suo status di patrimonio Unesco.
Il perdurante e inspiegabile silenzio (che dura da due anni) ci costringe ad intervenire nuovamente sull’argomento e a riproporre le stesse domande precedentemente fatte: a che punto è lo studio sulle condizioni della cavea? L’orientamento del Parco archeologico sull’uso del Teatro greco è sempre quello di contrastare la tendenza di chi vorrebbe farne uno spettacolificio?
Per la difesa dei Beni culturali, ed in particolare del suo monumento simbolo, una parte significativa dell’intellettualità siracusana e nazionale è scesa in campo assieme a prestigiose associazioni come Italia nostra, l’Associazione nazionale degli archeologi, la Consulta universitaria di filologia classica, la Consulta universitaria del greco, l’ Associazione di cultura classica, Sicilia antica, Collegio siciliano di Filosofia, Rete euromediterranea della conoscenza.
Chi rappresenta un’istituzione importante nel campo dei Beni culturali come il Parco archeologico non può ignorare le richieste di dialogo e di confronto che vengono avanzate da quella parte di società civile che ha a cuore la tutela del nostro patrimonio monumentale”.
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